Il rigore di Verde per riacciuffare il Cosenza è bastato alla Salernitana per portare in dote un punto importante per la classifica e allontanare di qualche metro la bufera pronta ad abbattersi sulla squadra in caso di ko. La prestazione al San Vito-Marulla non ha convinto nessuno. Né la dirigenza, assente in Calabria, né il direttore sportivo Gianluca Petrachi, ritornato in città molto nervoso per la prova dei suoi, né Giovanni Martusciello. L’allenatore ha ammesso di aver visto “un primo tempo lontano dalle possibilità della squadra in termini di qualità” ma allo stesso tempo ha ribadito anche quale deve essere l’obiettivo della squadra granata: “Tutti gli allenatori hanno bisogno di tempo, non solo Martusciello alla Salernitana. Abbiamo l'obbligo di portare in tutta Italia in alto questo nome e di vincere ovunque. Ma questo non significa avere però l'assillo di andare in serie A. Noi non possiamo pensare di volare troppo in alto. E l’esperienza precedente dello Spezia che l’anno scorso rischiò la serie C lo insegna. Ora serve mettere al sicuro questa squadra, poi si vedrà”.
In un mese, dall’exploit di Palermo, la Salernitana è passata dalla voglia di provare a sognare dettata da società e dal capitano Luigi Sepe ad un ridimensionamento dettato dalla striscia di quattro risultati senza vittorie. A 13 punti la Salernitana è nella terra di mezzo, immischiata nel gruppone della zona playout ma ad appena tre lunghezze da quella playoff. Eppure restano le tante difficoltà, gli equivoci tattici da risolvere, la sensazione di una squadra incompiuta e ora alle prese anche con le prime crepe nella propria identità di gioco. Martusciello non rischia ma ora la prova interna con il Bari può essere un esame determinante, soprattutto alla luce della sosta per le nazionali che partirà dopo la sfida dell’Arechi. La Salernitana respira ma si prepara ad una nuova settimana di fuoco.