Benevento

Giura che se dovesse sentirsi chiamare “presidente” quando opera nell'ambito del Benevento Calcio, neanche si girerebbe, per una ragione molto semplice: “Qui il presidente è uno solo: Oreste Vigorito”. 

Inizia così la chiacchierata con il dottor Luca Milano, neo presidente dell'Ordine dei medici di Benevento. Il calcio nel sangue, il Benevento nel cuore.

Milano è da 13 anni nello staff medico della squadra giallorossa. E proprio dalla famiglia della strega arrivano le più grandi congratulazioni per il traguardo raggiunto: “Sono io a sentirmi onorato di far parte dello staff medico del Benevento. Ricordo che siamo stati eletti in tre: oltre a me c'è Mario De Vita, che sarà segretario della Commissione medica, e Rosario Zeppa, nel collegio dei revisori dei conti. Per noi medici beneventani è un orgoglio farne parte, sentiamo il senso di appartenenza. Se poi abbiamo fatto fare bella figura anche al Benevento calcio, beh, la cosa non può che renderci felici. Affrontiamo questa nuova avventura con serietà e coscienziosità: non vogliamo fare brutte figure, una risposta così importante arrivata dalle urne ci legittima pienamente, è un record in Italia e questo ci responsabilizza altamente. Quindi rimbocchiamoci le maniche: non promettiamo miracoli, ma il senso di responsabilità sarà massimo, dobbiamo far sì che la figura del medico torni a ricoprire il ruolo sociale che le compete in Italia, con autorevolezza e professionalità, pregi da trasmettere subito ai colleghi più giovani”.

Il nome della squadra scelto per presentarsi alle votazioni “Noi medici insieme” ha un vago richiamo allo slogan che ha accompagnato negli ultimi anni il presidente Vigorito nel calcio: “Bè, non lo nego, forse l'ho presa proprio da lui. Del presidente Vigorito mi sono innamorato dal giorno in cui l'ho conosciuto, cerco di “rubare” tutto quello che può trasmettermi. Lui mi regala il suo affetto: è talmente intenso che si deve vivere per capirlo. Spesso ci leggiamo negli occhi, ho approfittato di questo rapporto per confidargli delle cose che ho sentito il dovere di dirgli proprio perchè era il mio punto di riferimento. C'è un intesa che a volte non serve neanche parlare, sono orgoglioso di potermi ritenere suo amico”.

Ritiene di aver inciso parecchio in questi anni di permanenza nello staff medico giallorosso: “Quando sono arrivato 13 anni fa nel settore giovanile, nell'organigramma c'erano solo un medico e un fisioterapista. Credo di essere stato bravo a far capire quale importanza fondamentale ricoprisse il nostro lavoro nell'ambito di una squadra di calcio e oggi per ogni formazione del Benevento, dal settore giovanile alla prima squadra, c'è un medico e un fisioterapista”. E ancora ricorda: “Chiesi al presidente di considerare come uno staff unico quello medico delle varie squadre che componevano l'organigramma. E oggi quello che la società ci chiede lo facciamo con tutta la passione possibile e la nostra professionalità”.

Il dottor Milano non ritiene che le due esperienze siano slegate tra di loro: “Può darsi che il Benevento mi abbia dato quella visibilità per farmi conoscere da chi non mi conosceva prima. Ma quello che è certo è che farne parte ci ha consentito di vivere quei sogni che tutti abbiamo avuto da bambini, quello di calpestare i campi di serie A. Certo, per noi che siamo medici ha significato viverlo in una veste diversa, ma per quei sogni io mi sento di ringraziare la società giallorossa e il presidente”. 

L'emozione di vivere questo momento è palpabile: “Ancora adesso non ci credo di essere proprio io il presidente del'Ordine dei medici sanniti. Sapete? Quando ero bambino ho sempre sognato di fare il medico e quando veniva il nostro dottore a casa si accendeva come una lampadina: era un sogno, non l'ho detto subito neanche ai mei giocatori, ho rivelato loro di voler fare medicina solo quando ho fatto il corso di ammissione a Napoli. Conoscendo i sacrifici che hanno fatto per farmi studiare, sono ancora più fiero di essere oggi il presidente dell'Ordine. Devo dire che tutto è arrivato in maniera quasi fisiologica, senza nessuna forzatura: ho ricevuto l'affetto dei miei colleghi e questo conta più di tutto, ha un valore inestimabile”. Così come l'indissolubile legame che gli trasmette la sua seconda famiglia, quella giallorossa tanto amata.