Salerno

Una volta erano chiamati “figli di papà” oggi, invece, li definiamo “figli d’arte”. Una moda che dilaga anche sul fronte politico a Salerno. Le prossime Amministrative di primavera potrebbero passare alla storia come quelle del passaggio del testimone di padre in figlio. Nel segno di De Luca ovviamente. Ma per la cittadina costiera si preannuncia anche un'altra storica svolta, ovvero l’ingresso ufficiale del simbolo Pd in Consiglio comunale. Mai i Democrat infatti sono riusciti ad esprimere un proprio consigliere a Palazzo Guerra, schiacciati dal decisionismo di Vincenzo de Luca che ha corso sempre con proprie liste civiche, anche se d’evidente prolungamento Pd. E la tentazione è quella di rivedere un De Luca sotto la bandiera nazionale che manca dai tempi di Democratici di Sinistra, quando l’ex sindaco era segretario provinciale a Salerno.

Il testimone toccherà al secondogenito Roberto. Ma il palcoscenico del centrosinistra potrebbe tramutarsi in un vero e proprio teatro di battaglia fra cosiddetti figli d’arte. Perché mentre per Roberto si profila un posto blindato come capolista del Pd, alle spalle ecco sopraggiungere quel Federico Conte, figlio dell’ex ministro Carmelo, primo dei non eletti dei Democrat alle recenti elezioni regionali.

Il figlio dell’ex leader salernitano del Psi, sarebbe intenzionato a tentare la scalata a Palazzo Guerra, giocando su alleanze tutte familiari, iniziando dall’appoggio del padre Carmelo che in città vanta ancora tanti fedelissimi. Ma anche del suocero, il senatore Alfonso Andria.

Accanto a De Luca jr e Conte jr che si contenderanno la sfida nel centrosinistra, arriva un'altro figlio d'arte. Si tratta di Mario Arzano rampollo dell'ex presidente della Camera di Commercio, ormai in rotta di collisione con la politica deluchiana e dunque pronto a scendere in campo con uno schieramento alternativo. Le sirene cantano a centrodestra, ma non è escluso che la scelta ricada sul Movimento Cinque Stelle che, forte del risultato delle regionali, proprio a Salerno vuole tentare il riscatto per la presa di Palazzo Guerra.

redazione sa