Avellino

Cambiare il destino delle aree interne. E' la nuova sfida della classe dirigente. Il messaggio arriva forte dal confronto organizzato dall'associazione culturale dei cattolici democratici “Fausto Addesa”, che ricorda un politico appassionato strappato troppo presto alla vita.

“Porto nel cuore le sue parole nel letto di morte – ha raccontato il vescovo di Avellino, monsignor Arturo Aiello nel corso del dibattito nel palazzo vescovile – erano parole di speranza e di incoraggiamento. Una grande lezione da una persona che stava chiudendo la sua partita con la vita. Non lo dimenticherò mai, perciò sono qui”.

Biodiversità e sviluppo sostenibile

La testimonianza del vescovo ha chiuso il confronto sul tema: “Biodiversità e sviluppo sostenibile: le aree interne come modello di resilienza”, aperto dalla relazione dell'avvocato Annamaria De Stefano che ha parlato della difficile condizione che vivono le aree interne.

A moderare gli interventi il direttore di Otto Channel e Ottopagine, Pierluigi Melillo.

“Questi sono territori fragili”, ha ricordato nella sua analisi Angela Cresta, docente di Geografia economico politica presso l'Unisannio, che ha indicato la strada da seguire per un effettivo rilancio del territorio.

Per il dg dell'Istituto zooprofilattico di Portici, Antonio Limone, presidente dell'associazione “Fausto Addesa” bisogna impegnarsi “per tutelare la biodiversità messa a rischio dai cambiamenti climatici” ma soprattutto avere massimo rispetto per la risorsa idrica “che non è infinita”.

Anche per il consigliere comunale Amalio Santoro l'Irpinia deve abbandonare il modello di sviluppo del dopoterremoto che portò l'industria in montagna e “tutelare invece la qualità delle produzioni locali”.

Il messaggio della chiesa

Il vescovo Aiello, ricordando l'impegno della chiesa per le aree interne, ha sottolineato come in questa fase “la politica è al tramonto perché manca il pressing dei cittadini”. E allora sono positive iniziative come quelle volute dall'associazione “Fausto Addesa”, ma servono anche azioni concrete e segnali come quello che arriva dal Parco Palatucci, ridotto a una discarica negli anni scorsi, abbandonato e vandalizzato e ora rinato. “E' un luogo fruibile per la città – ha raccontato il vescovo che si è impegnato in prima persona per il recupero di questo spazio verde – ed ora viviamo un sogno che in parte si è realizzato”.