Salerno

La media dell’importo mensile delle pensioni salernitane, pro capite, ammonta a circa 805euro contro gli 841 percepiti dai pensionati campani. Le pensioni erogate dall’Inps di Salerno, esclusa la gestione dei dipendenti pubblici, ammontano per i lavoratori privati a 117mila euro, per gli autonomi e parasubordinati a 70.116euro. Le prestazioni assistenziali ovvero, l’assegno sociale è pari a 94mila 423euro.

Se i termini del confronto si spostano con una qualsiasi provincia del nord, allora ne viene fuori una spietata fotografia della disuguaglianza territoriale che si aggraverà con il varo del Disegno di legge Calderoli sull’Autonomia Differenziata.

La preoccupazione del Segretario Spi Cgil Napoli e Campania, Franco Tavella, riflette il disagio di un’intera fetta di popolazione che, sempre più penalizzata da tagli e disservizi anche socio assistenziali, fatica nella gestione quotidiana della propria vita. Questi sono i motivi che porteranno i pensionati in piazza a Napoli, il prossimo 29 ottobre. La manifestazione avrà inizio alle 9.30 in Piazza del Gesù e sono pronti a partire da Salerno ben nove pullman.

«Non è più tollerabile che il governo tratti i pensionati come un bancomat dal quale trarre risorse per colmare difficoltà di bilancio e contemporaneamente promuovere condoni e concordati per premiare chi ha evaso il fisco – spiega Tavella-.  Rivendichiamo perciò una rivalutazione delle pensioni per fronteggiare un’inflazione che ha falcidiato il potere d’acquisto di migliaia di persone e rivendichiamo l’allargamento della platea dei beneficiari della 14esima. Saremo in piazza per difendere la Sanità pubblica impoverita dai tagli fino a sgretolarne il diritto costituzionale posto alla difesa della salute».

In Italia 2 milioni di persone hanno rinunciato alle cure per motivi economici e 4,5 milioni di persone le hanno ridotte. Le famiglie hanno avuto un incremento di spesa sanitaria del 10,3%. La condizione sociale ed economica rischia così di trasformarsi in condizione biologica.

«Se pensiamo che la spesa per la prevenzione è diminuita del 10% a farne le spese sono, primi fra tutti, le persone anziane che rimangono i maggiori fruitori del Servizio Sanitario Nazionale» - continua il Segretario Generale dello Spi Cgil Napoli e Campania. La riduzione dei medici di famiglia e l’assenza della medicina territoriale hanno prodotto il calvario dei Pronto Soccorso, che rischiano di assomigliare sempre di più alle retrovie di un fronte militare nonostante il lavoro eroico del personale sanitario esaltato durante la pandemia e rapidamente dimenticato».

Altro punto imprescindibile è il finanziamento della legge sulla non autosufficienza che in Italia coinvolge insieme alle famiglie 10 milioni di persone, più volte rivendicato dallo Spi.

«Siamo in piazza per protestare contro le interminabili liste di attesa e per abbattere l’emigrazione sanitaria (in Campania si spendono 230 milioni di euro per ricoveri ed interventi in altre regioni). La protesta e la mobilitazione dei pensionati della Campania non si fermerà fino a quando gli anziani verranno ignorati e considerati come un peso da sopportare» - conclude Tavella.