L’alluvione che tra il 25 ed il 26 ottobre del 1954 colpì il Salernitano ma soprattutto le città di Salerno, Vietri sul Mare, Cava de’ Tirreni, Maiori, Minori e Tramonti provocò 316 morti, di cui 100 solo a Vietri, ma anche tanta devastazione: 10.064 senza tetto, 320 edifici distrutti e 272 danneggiati, per un valore complessivo di 45 miliardi di lire dell’epoca.
A 70 anni da quella notte l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giovanni De Simone intende ricordare il tragico evento, che ancora segna la memoria di tutti i vietresi, sabato 26 ottobre alle ore 18,30 nell’aula consiliare del Comune di Vietri sul Mare con un incontro dedicato.
Dopo i saluti istituzionali del sindaco Giovanni De Simone, dell’assessore dalla cultura Daniele Benincasa e dell’assessore all’ambiente Salvatore Pellegrino ci sarà la proiezione di un estratto del documentario-inchiesta “Argini contro la paura”, realizzato per la Rai nel 1957 dal regista Ugo Gregoretti.
A seguire sarà la volta di un altro docu-video dal titolo “E fu fango e mare”, una produzione del Comune di Vietri sul Mare, realizzata per l'occasione dall'ufficio stampa e comunicazione, per la regia di Massimo Pinto. Un racconto di 11 testimoni oculari di quella tragica sera che all'epoca erano bambini, ragazzi ma anche già adulti. Tutti uniti dal filo rosso delle emozioni indelebili del ricordo.
Al termine delle proiezioni seguirà dibattito con il prof. Aniello Tesauro, storico vietrese e profondo conoscitore dei fatti dell'alluvione, e con il sindaco di Vietri sul Mare Giovanni De Simone che da delegato provinciale all'ambiente farà una panoramica sul rischio idrogeologico oggi.
Dalla pubblicazione “Il nubifragio dell’ottobre 1954 a Vietri sul Mare - Costa d’Amalfi, Salerno” realizzato in occasione dei 50 anni dall’alluvione, dal Consiglio Nazionale delle Ricerche con la collaborazione del Gruppo Nazionale per la Difesa delle Catastrofi Idrogeologiche e dell’Istituto per l’Ambiente Marino Costiero:
“Il territorio comunale di Vietri sul Mare fu gravemente colpito, le frazioni di Molina e Marina subirono danni devastanti. A Molina, l’effetto congiunto dell’esondazione del Torrente Bonea ed il dilavamento dei versanti provocò danni irrimediabili all’intero centro abitato: una trentina di abitazioni e l’intero nucleo industriale furono completamente distrutti, mentre il complesso della Chiesa di S. Maria della Neve riportò danni serissimi al lato orientale. Elevatissimo fu il numero di morti. L’antico ponte-acquedotto medievale, conosciuto come “Ponte dei Diavoli”, uscito indenne anche dai bombardamenti del 1944, fu gravemente danneggiato crollando per buona parte. A Marina di Vietri, l’antico borgo marinaro venne completamente stravolto nella sua struttura originaria: una quindicina di palazzi e cantieri costruiti lungo le rive del torrente vennero scalzati alle fondazioni e abbattuti dall’onda di piena. “Una fascia trasversale di case dall’alto in basso, sulla direttrice del torrente, è completamente distrutta” (L’Unità, 1954). Il carico solido del materiale trasportato a mare dal Torrente Bonea modificò la spiaggia di Marina, creando un ampio delta della lunghezza di 130 metri. Movimenti franosi si registrarono su tutto il territorio comunale: a Benincasa, la zona centrale del cimitero venne investita da un debris flow, che trasportò diverse bare fino alla spiaggia di Marina. A Raito si innescò una frana di grandi dimensioni che precipitò direttamente a mare. Nella frazione di Albori uno scoscendimento di notevoli proporzioni interessò il lato occidentale del versante investendo alcune abitazioni e provocando due vittime. A Marina d’Albori, il trasporto solido operato dall’omonimo torrente innalzò di alcuni metri la spiaggia preesistente, provocando, inoltre, un modesto avanzamento della linea di costa con la formazione di un piccolo delta. A causa dei numerosi fenomeni gravitativi ingenti danni si verificarono alle strade e alla rete ferroviaria”.