Avellino

Per tutti era don Salvatore. Una figura storica della città di Avellino. Se n'è andato a 107 anni, un'età veneranda che gli ha consentito di vivere tutti gli avvenimenti più significativi della città di Avellino dalla rinascita del dopoguerra al terremoto. Salvatore Grammatico ha guidato per quasi un secolo il Sali e Tabacchi all'angolo di via Mancini, non era una semplice rivendita di sigarette.

In quel negozio si trovava di tutto dai profumi più particolari ai giochi per bambini, dai sigari cubani agli oggetti per la casa. Ma da “Grammatico” non si andava solo per comprare, quel Tabacchi era una sorta di centro di ascolto, dove ti potevi fermare anche a parlare di calcio e politica negli anni d'oro di Avellino mentre Angelina sbrigava i clienti e Giovanni il portalettere dal cuore buono ti raccontava gli avvenimenti della giornata. C'era chi andava anche a chiedere un aiuto per risolvere i suoi guai.

Era un'altra Avellino, via Mancini la strada del commercio, il cuore pulsante della città tra il negozio di scarpe di Felice Festa con i suoi cani da caccia o il coloniali Torella dove il profumo dei liquori e dei biscotti era inebriante.

Don Salvatore era tifosissimo dell'Avellino, ha seguito i lupi dal dopoguerra a Piazza d'Armi fino all'epopea del miracolo dei dieci anni di serie A. Aveva una vitalità straordinaria. Rilasciò un'intervista alla tv locale quando ultranovantenne non ebbe timore ad affrontare due banditi che assaltarono il tabacchino. Che persona straordinaria. In casa ha conservato foto e cimeli storici di un secolo di vita vissuta che meriterebbero di essere mostrati e raccontati alla città. Se ne va un altro pezzo di storia di Avellino. Peccato. Al figlio Enzo e ai suoi familiari la nostra sincera vicinanza.