Napoli

Due giorni a Empoli-Napoli e al ritorno in campo degli azzurri dopo la pausa per le nazionali. L'obiettivo di Conte è di proseguire la scia positiva e centrare la terza vittoria consecutiva in campionato. L'Empoli, nonostante sia reduce dalla sconfitta contro la Lazio, rimane squadra rivelazione del torneo con la seconda migliore difesa del campionato. Ne parla l’allenatore azzurro in conferenza stampa a Castel Volturno.

A che punto è il suo Napoli?
«Siamo con il cartello “lavori in corso”. Non poteva essere altrimenti dopo tre mesi. Altrimenti si andrebbe a sottovalutare il percorso che bisogna fare quando c’è una fase di ricostruzione. C’è sicuramente la soddisfazione che stiamo lavorando tanto e bene, e c’è la soddisfazione di avere un gruppo di ragazzi che ha voglia di lavorare. Si può stabilire quale è la via, ma sicuramente poi bisogna seguirla. Un percorso che come ho sempre detto non saranno rose e fiori. E noi dovremmo essere bravi a proseguirlo. Quando le cose vanno bene è molto più semplice per tutti. Bisogna essere forti di testa e di cuore, e come persone».

Come uscite da questa sosta?
«Ne usciamo che dal mio punto di vista ho percepito troppa esaltazione, e per fortuna torniamo a giocare. Sono stati 15 giorni in cui penso che sia stata un’esaltazione esagerata, perché sono passate solo sette giornate. Ci fa piacere riprendere il campionato da quella posizione di classifica, ma è una classifica corta. In pochi punti c’è racchiusa la zona Champions e anche quella Europa League. Dovremo essere bravi a ripartire nella giusta maniera. Lobotka è tornato con un problema al flessore. Non è gravissimo ma bisognerà fare un recupero. È inevitabile che dispiace perché è un giocatore che si stava esprimendo a livelli molto alti. Sarà anche l’occasione per vedere Billy, perché è uno di quei giocatori che stavo penalizzando di più. Da questo punto di vista siamo sereni. Dobbiamo essere bravi in questi tre anni a riempire le caselle e dietro a Lobotka c’è sicuramente un giocatore forte. Speriamo che recuperi quanto prima, ma grande fiducia in Gilmour».

Come si scardina l’impianto difensivo dell’Empoli?
«È una squadra che ha subito la prima sconfitta negli ultimi minuti, su un campo difficile come quello della Lazio. Però sappiamo benissimo che il presidente Corsi è una persona lungimirante. Ha creato una squadra che mette in difficoltà gli avversari, e storicamente Empoli è un campo che ha dato difficoltà al Napoli. Sappiamo che è una squadra forte con un ottimo allenatore che è un mio amico. Una persona per bene e un grande professionista. Loro sono organizzati e hanno spirito di sacrificio, noi dovremo averne ancora di più».

È in arrivo un ciclo verità con tanti scontri diretti fino alla prossima sosta?
«Non guardo mai oltre la prossima partita e cerco di trasmetterlo anche a chi lavora con me. Ora c’è l’Empoli, che sta mettendo in grande difficoltà tutte le altre. Chi guarda da fuori dice con molta più leggerezza che le prossime due partite sono alla portata del Napoli, ma noi dobbiamo considerare la prossima come la gara della vita. Noi dobbiamo dimostrare quel giorno di meritare di prendere i tre punti. Dopodiché ci concentriamo sulla partita successiva. Sarebbe sciocco provare a vedere a lungo termine. Sappiamo che con l’Empoli sarà la prossima partita della vita. Quando finirà la prossima sosta vedremo di tirare le somme».

Come sta vivendo questa eventuale pressione?
«Io la vivo come una responsabilità, e questo è fuori dubbio. Ma io ho una precisa responsabilità, ed è quella di riportare il Napoli a lottare per qualcosa di importante. A me piace vivere la città, quando ti scoprono sotto il cappello e gli occhiali mi chiedono lo scudetto. Io chiedo pazienza e spiego che le vittorie non si costruiscono, ma si inventano. Io mi prendo la responsabilità di ricostruire, con pazienza e con l’obiettivo di rendere i tifosi orgogliosi e in grado di riconoscersi in questa squadra».

Importante tornare a vivere in trasferta…
«Le grandi squadre riescono a sporcarsi le mani e il vestito. Riescono a essere camaleontiche, a capire la giornata. Ce ne sono alcune che sono una giornata no. E bisogna imparare a gestire la situazione. Noi dobbiamo costruire delle basi solide, per capire quando le partite sono in salita. Dovremo essere pronti a soffrire, altrimenti non si può pensare di essere un vincente un domani. La sofferenza ti rende più forte e in grado di affrontare il cammino in discesa. Non tollererò se il nostro spirito di sacrificio sarà inferiore al loro».

Come sta Olivera?
«Ha fatto il primo allenamento ed è tornato un po’ affaticato. Ogni volta che va in Uruguay prende tre aerei. Ha fatto comunque tutto il lavoro, ma ha fatto un viaggio lungo e dispendioso. Valuteremo, ma abbiamo la possibilità di avere delle alternative valide».

Lobotka non saltava una partita per cause di forza maggiore da più di due anni…
«Non ci troviamo impreparati. Gilmour sa cosa deve fare. Sappiamo come affrontare questo tipo di situazione. Le loro caratteristiche sono molto simili. Se non fosse stato in rosa la situazione sarebbe stata diversa. Avremo avuto un giocatore più forte fisicamente ma con meno personalità nel giocare la palla. Una squadra forte con ambizione deve prepararsi per tempo per trovare i sostituti giusti. La scelta su Gilmour è stata molto ponderata».

Neres più per Kvara o per Politano?
«Oggi David, a un mese di distanza, è un altro giocatore. Anche lui mi mette in difficoltà e non lo nego. Ad oggi il dilemma è con Kvaratkshelia, per una questione di caratteristiche e di predisposizione al sacrificio. Però oggi David mi fa sentire più forte e so che oggi potrebbe giocare dal primo minuto. Creare queste situazioni dovrà essere il nostro obiettivo in futuro. Vogliamo incrementare la possibilità di avere una sana competizione all’interno del gruppo. Questo dobbiamo fare se vogliamo dare ogni anno fastidio alle solite note».

Come sta Meret?
«È prossimo al rientro, però c’erano troppi rischi per la partita di Empoli. Non vedo perché bisogna rischiare. Caprile sta facendo bene e sta dimostrando di essere un portiere su cui possiamo contare. Non c’è motivo di affrettare i tempi di recupero. Alex sarà pronto per la prossima partita».

E Lukaku?
«Sente tantissima responsabilità, fin troppa. È molto focalizzato e concentrato. Lui sposta gli equilibri in tutte le situazioni, anche a livello numerico. Lui adesso inizia a star bene, anche fisicamente e mentalmente. Deve avere la testa libera e lasciare la responsabilità tutta a me. Deve pensare a fare gol e assist perché avete visto che è un generoso. E lui deve prendersi la responsabilità di essere leader».