Avellino

"Una ordinaria giornata di follia”: è con questo amaro commento che Tiziana Guacci, segretario per la Campania del Sindacato autonomo polizia penitenziaria, sintetizza quel che avvenuto nelle ultime ore nella casa circondariale di Bellizzi Irpino, da molto tempo ormai al centro delle cronache.

"Nella giornata di ieri, un detenuto comune avrebbe raggiunto liberamente il  IV cancello ed aggredito una unità di polizia penitenziaria, tirandolo per il collo da dietro cancello di sbarramento. Il collega in questione avrebbe riportato ferite alla mano e al collo. Sempre nella stessa giornata, altri detenuti avrebbero liberamente raggiunto le scale che portano ai conti correnti ed altri sarebbero arrivati davanti al Casellario”, denuncia la sindacalista, che torna a chiedere “ai vertici dipartimentali l’assegnazione provvisoria, a supporto del personale del Reparto di Avellino, di un contingente del gruppo operativo Mobile Gom, con regole d’intervento differenti da quelle conferite in passato.

A Bellizzi, la sicurezza è saltata completamente. Il personale è ormai stremato da turni massacranti e teme per la propria incolumità fisica e psicologica visto le continue minacce che subisce. Nei giorni scorsi una unità di personale di polizia penitenziaria è stata costretta a ricorrere alle autorità esterne per cercare di smontare dal servizio, avendo seri problemi familiari”.

Un quadro d’insieme sconfortante, denuncia il Sappe: “Quotidianamente ci vengono segnalate da parte degli agenti che lavorano in prima linea minacce di morte, continue aggressioni ed un evidente timore a svolgere il proprio turno di servizio poiché il rischio intrinseco a questo lavoro è stato abbondantemente superato.

Purtroppo, la gestione amministrativa del Provveditorato regionale penitenziario di Napoli è concausa di quello che sta accadendo presso il carcere di Avellino.

Così, la continua movimentazioni di personale nonché di dirigenti con funzioni di vice comandanti “a tempo” non sta aiutando il personale in servizio, poiché essendo provvedimenti di natura temporanea non consentono a chi si affaccia a questa realtà drammatica di inserirsi strategicamente ed in maniera efficace nell’ambito di un’organizzazione del lavoro che necessiterebbe di continuità per comprendere le dinamiche instauratesi tra la popolazione detenuta”. 

Netta la denuncia di Guacci: “Ora non si può più aspettare, così come non si può più attendere per un cambio di vertice a livello provveditoriale.  La cattiva gestione amministrativa del personale campano è sotto gli occhi di tutti. La demotivazione del personale di polizia che si percepisce non aiuta il sistema penitenziario regionale. Chiediamo dei segnali affinché si possa portare uno spiraglio di luce in regione Campania. Accorato è il grido di allarme del Sappe: non c'è più tempo! Non abbandonate il personale di polizia penitenziaria Campano!”.

Il Segretario Generale del Sappe Donato Capece esprime “tutto il nostro sostegno al collega ferito” e stigmatizza la situazione del carcere irpino: “sollecitiamo un intervento delle autorità competenti perché la situazione delle carceri sta diventando insostenibile. E’ inaccettabile che non ci siano iniziative per arginare l’ondata di violenza e sprezzo delle regole che sta travolgendo la società prima e le carceri italiane e che ogni giorno miete vittime tra le fila della polizia penitenziaria. Non è possibile che una persona che sceglie, per mestiere, di difendere lo Stato, ogni giorno debba essere esposta a minacce, ingiurie e violenza di ogni genere. Servono risposte ferme da parte del Dap, anche destinando carceri dismesse come l’Asinara e Pianosa per contenere quei ristretti che si rendono protagonisti di gravi eventi critici durante la detenzione”, aggiunge.

“Quel che è accaduto ad Avellino testimonia una volta di più le quotidiane difficoltà operative con cui si confrontano quotidianamente le unità di polizia penitenziaria in servizio, l’ingovernabilità delle carceri regionali e la strafottenza e l’arroganza di una parte di popolazione detenuta violenza che, anche in carcere, continua a delinquere, ad alterare l’ordine e la sicurezza, evidentemente certa dell’impunità!”. È fondamentale dare corso a riforme davvero strutturali nel sistema penitenziario e dell’esecuzione della pena nazionale”, conclude il leader nazionale del primo sindacato della polizia penitenziaria.