L'arresto della suora indonesiana, madre superiora del seminario vescovile avrebbe fatto emergere una realtà sommersa forse ancora più grave di quella portata alla luce dagli inquirenti nell'indagine.
Molti ammanchi potrebbero essere avvenuti addirittura in passato senza che nessuno si sia mai accorto di nulla. Le indagini potrebbero quindi estendersi ulteriormente e non è escluso che dopo il tesoro di Bonito e Savignano Irpino potrebbero aggiungersi altre clamorose sparizioni di beni sacri nella diocesi di Ariano Irpino-Lacedonia. E' ciò che intende accertare fino in fondo la procura di Benevento, la cui inchiesta attraverso i carabinieri è stata rapidissima.
Hanno lavorato giorno e notte per giungere ad una svolta così immediata gli uomini del nucleo operativo della compagnia carabinieri di Ariano Irpino. Prezioso il lavoro svolto già dall'estate scorsa dai colleghi della stazione di Bonito dove lo scandalo è finito sotto i riflettori nazionali.
Da quando tempo gestiva la sala blindata la suora arrestata? E prima di lei a chi era stato affidato questo compito così delicato? Come mai in un luogo così importante non vi era un sistema di video sorveglianza? E un controllo periodico dei beni custoditi?
Negli ambienti arianesi i pareri restano discordanti, anzi in molti sono dalla parte della suora arrestata, conosciuta per la sua simpatia e le grandi doti canore soprattutto sui social. Lo ha fatto fino a pochi giorni prima dell'arresta con la sua chitarra e pianola su tiktok.
"Non era in grado di poter agire da sola, potrebbe essere stata plagiata da qualcuno e spinta a commettere un'azione del genere, è una storia che potrebbe nascondere aspetti ancora più gravi che ci auguriamo gli inquirenti possano portare alla luce al più presto".
Chiuse nel silenzio e nella preghiera le altre sorelle della congregazione delle suore dello spirito santo nella sede di via Mancini da anni attivamente impegnate con grande zelo nel sociale, al fianco della gente e di tante famiglie, di generazione in generazione. Una realtà straordinaria che non ha mai fatto parlare di se e che oggi attende di conoscere per prima la verità.