di Paola Iandolo
Dopo 22 anni si è chiusa una vicenda giudiziaria, iniziata nel 2012. Il Tribunale di Benevento, il 3 ottobre 2012, condannava B.F., B.A. e S. D. alla pena di anni 6 e mesi 9 di reclusione perché li riteneva responsabili di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito delle sostanze stupefacenti. Affermava la loro responsabilità anche per la detenzione dello stupefacente. Alcuni degli imputati erano, infatti, accusati di aver effettuato dal dicembre 2001 al giugno 2002 diversi acquisti di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente dal clan Di Grazia attivo nei paesi nell’aversano.
L'iter giudiziario
La Corte di Appello di Napoli, VI sezione penale con sentenza del 17 novembre 2023 confermava la condanna e riduceva la pena ad anni sei e mesi sei di reclusione.La Corte territoriale evidenziava che a carico degli imputati vi erano i contenuti delle intercettazioni telefoniche, i plurimi arresti in flagranza di reato operati all’epoca dei fatti nonché le dichiarazioni accusatorie dei collaboratori di giustizia rese peraltro da uno dei due in videoconferenza da una località segreta. Riteneva tutti e tre gli imputati essere stati, in particolare, i corrieri del sodalizio criminoso.Il solo giudizio di appello iniziava il 4 ottobre 2016 per concludersi dopo ben 18 udienze.
Il ricorso in Cassazione
L’avvocato Domenico Carchia proponeva ricorso per cassazione per tutti gli imputati per vizio di motivazione e travisamento dei fatti lamentando anche la mancata valutazione della credibilità dei collaboratori di giustizia. La Corte Suprema di Cassazione, VI sezione penale, accogliendo gli articolati ricorsi proposti dalla difesa, ha annullato la sentenza della Corte d’Appello senza rinvio e ha posto definitamente fine ad una vicenda giudiziaria che, dopo l’applicazione delle misure cautelari avvenuta nel 2002, è durata oltre 22 anni.
Grande soddisfazione è stata manifestata dall’avvocato Domenico Carchia per aver ottenuto l’accoglimento di tutti i ricorsi e per aver evitato anche un nuovo giudizio di appello.