La sesta sezione del Consiglio di Stato, riunita in camera di consiglio il 3 ottobre (presidente Sergio De Felice, estensore Giovanni Pascuzzi), ha accolto i ricorsi della Camera di Commercio e di Aicast, contro la riammissione di alcune associazioni datoriali alle procedure di rinnovo del consiglio camerale da parte del Tar.
"In particolare – spiega Ciro Fiola, presidente nazionale di Aicast ed ex presidente della Camera di Commercio di Napoli -, CDO (Compagnia delle Opere), CNA, Confcommercio e Confimprese Campania, che si sono autoproclamate “storiche”, nonché Federdat e Lega Regionale delle Cooperative, che erano state giustamente escluse dalle procedure dalla Camera di Commercio per mancanza del requisito della rappresentatività provinciale, erano poi state inopinatamente riammesse dal Tar. Oggi, il Consiglio di Stato, ha scritto la parola fine a questo vergognoso tentativo di forzare leggi e regolamenti con il tentativo da parte di alcuni di partecipare a una competizione elettorale senza averne requisiti. Aveva ragione il Rup all’epoca, ed oggi ha avuto giustizia, così come l’associazione che io rappresento".
Si arricchisce dunque di una nuova puntata giudiziaria il lungo braccio di ferro sulla governance dell'Ente camerale partenopeo.
"Questa situazione – aggiunge Fiola – dovrà avere ripercussioni anche sulla composizione dei consigli camerali di Salerno e Caserta, avendo all’epoca e nonostante le nostre denunce, consentito a chi oggi viene ritenuto inidoneo, di partecipare e addirittura di accomodarsi tra i vincitori. Ora più di prima chiediamo che le procedure per il rinnovo di Napoli vengano concluse il più rapidamente possibile, che il commissario straordinario perfezioni in tempi celeri la documentazione e che il presidente della Regione, che fino a ora ha svestito i panni dell’arbitro ed ha indossato una casacca di parte, proceda senza ulteriori indugi a firmare il decreto. Per consentire all’Ente Camerale di poter riavere un Consiglio regolarmente eletto e di riprendere la propria attività, dopo mesi bui di un commissariamento che ha portato alla paralisi amministrativa e alla cancellazione di progettualità che avevano l’obiettivo di sostenere il tessuto commerciale e imprenditoriale di Napoli e provincia".