Salerno

"Salernitana-Spezia non è una finale". Eppure, la sfida di sabato pomeriggio sarà particolare per Daniele Verde. Il numero 10 della Salernitana ritrova il suo passato, dopo aver assistito da spettatore al precedente in stagione che vide sorridere la squadra di Giovanni Martusciello ai calci di rigore in Coppa Italia. In una lunga intervista a "Il Mattino" ha raccontato tutta la sua attesa e soprattutto commentato il suo momento: "Ci aspetta una gara difficile, contro una squadra che difende molto bene. Conosco l’allenatore D’Angelo e conosco i valori del reparto. Hanno perso Nikolaou ma hanno trovato un giovane forte, bravissimo. È Bertola. Se segno? Imploderò ma non esulterò".

Verde racconta anche i giorni di agosto nel corso della trattativa con la Salernitana e i primi contatti con il ds Petrachi: "La sua chiamata in estate è stata una scarica di adrenalina, uno sprone. La sua figura e l’ascendente che aveva su di me si sono rivelati decisivi. E poi sono a mezz’ora casa, qui a Salerno è già casa. Comprendo il sano sfottò e le rivalità calcistiche, ma non condivido l’esasperazione: siamo figli della stessa regione, dello stesso Sud.

Rendimento? Abbiamo undici punti sono un buon bottino e la vittoria di Palermo ci ha regalato la soddisfazione e la spinta che meritavamo. Non vogliamo fermarci e ci sentiamo sempre in debito con una tifoseria straordinaria, che ci dà calo.  Tatuaggio della A? Non ancora, perché sono scaramantico. Ma siamo ambiziosi e vogliamo disputare un gran bel campionato. Non ci sono finali, non lo è la prossima contro lo Spezia né lo saranno quelle che arriveranno nel prosieguo. Noi abbiamo un solo obiettivo: credere nel potere della prestazione come strumento per arrivare al risultato, come ci ha insegnato l’allenatore. Affronteremo dunque lo Spezia con la nostra identità e il nostro dna calcistico: proveremo sempre a fare la partita e a comandare il gioco".