Salerno

Esattamente due mesi fa, la Salernitana iniziava la stagione della rifondazione affrontando lo Spezia in Coppa Italia. Fu sfida pirotecnica, con capriole in termini di punteggio fino all’ultimo minuto. I novanta minuti si chiusero con la rimonta granata e il 3-3 finale che spedì le due squadre ai calci di rigore. La lotteria dagli undici metri premiò il coraggio della squadra di Giovanni Martusciello, con il passaggio del turno e la successiva sfida (con sconfitta) contro la più quotata Udinese.

Sono passati appena sessanta giorni ma, leggendo le formazioni, sembra passata una vita fa. A partire dalla difesa, rivoluzionata per due quarti. Come terzino, Martusciello si affidò alla fame di Daniliuc, bramoso di mettersi in mostra in attesa di uno spiraglio di mercato. Nel cuore del pacchetto arretrato invece i fari erano tutti puntati su Velthuis. Dell’olandese però solo briciole con errori. E l’intervento necessario sul mercato con l’arrivo di Ferrari a dare solidità al reparto. Senza dimenticare Bradaric, subentrato nella ripresa.

In mezzo al campo, Martusciello lanciò Mamadou Coulibaly, calciatore fuori dai piani tecnici, con la valigia in mano e in attesa dell’assalto poi arrivato del Catanzaro. Stessa sorte anche per Diego Valencia, titolare inamovibile nell’agosto caldissimo fra campo e mercato per la Salernitana, prima della rottura definitiva con il ds Petrachi a causa delle diverse destinazioni rifiutate dal cileno, bramoso di giocarsi le sue chance con la maglia della Bersagliera. Per il Pollo ora sono in corso le trattative per la risoluzione del contratto in scadenza nel giugno 2026, con l’attaccante escluso dalle rotazioni di Martusciello.

A guidare la Salernitana in quell’esordio però fu Boulaye Dia. Una doppietta provvidenziale, con tanto di esultanze polemiche e la rottura definitiva con la piazza. La Lazio mise tutti d’accordo chiudendo l’affare. Eppure quella serata fu apprezzata soprattutto dai compagni di squadra. “Ha avuto un inizio di stagione difficile, anche normale se si pensa alla retrocessione e alla sua personale querelle con la società. Però è stato coraggioso: si è sempre allenato da grande professionista e ci ha aiutato in Coppa Italia. Sono felice per lui, alla Lazio ha fatto lo step che meritava”, le parole di Luigi Sepe a Radio Serie A.