Quando ha sentito la lettura del dispositivo della sentenza con la quale il Tribunale aveva assolto il marito, perchè il fatto non sussiste, è andata su tutte le furie. “Questa è la giustizia?”, ha gridato, colpendo con un pugno la porta dell'aula e, poi, gettando a terra una sedia nell'androne del primo piano, prima di allontanarsi, continuando ad imprecare. E' accaduto in Tribunale, al termine del processo a carico di un 39enne di Benevento accusato di maltrattamenti aggravati e lesioni ai danni della donna.
All'imputato, difeso dall'avvocato Antonio Leone, erano contestati comportamenti violenti di cui avrebbe fatto le spese la coniuge, pesantemente offesa e minacciata perchè ritenuta responsabile di aver stretto una presunta nuova relazione. Nel maggio 2023, poi, le aveva sferrato pugni e schiaffi al volto: lei, giudicata guaribile dai medici del San Pio in trenta giorni, per un trauma facciale e lesioni alle ossa nasali, si era chiusa in bagno con le due figlie, una delle quali aveva chiesto aiuto al 113.
L'allora 38enne aveva cercato di sfondare a calci la porta, ma l'intervento degli agenti della Volante glielo aveva impedito. Nonostante fosse stato bloccato, aveva continuato ad inveire nei confronti della moglie, fino a quando era stato arrestato. Oggi la discussione: il Pm aveva chiesto 3 anni e 6 mesi, la difesa aveva invece sottolineato l'assenza dell'abitualità, fondamentale per i maltrattamenti, sostenendo che si era trattato di episodi estemporanei, peraltro reciproci. A seguire, la decisione del collegio giudicante che ha scatenato la rabbia della parte offesa.