Napoli

"Siamo costretti a prendere atto che continua la scia di sangue - ancora morti sul lavoro - un incidente sul lavoro nel porto di Napoli.

Un lavoratore, Antonio Nazzaro, 60 anni, è morto all'interno del porto commerciale travolto da un mezzo meccanico. In attesa di conoscere le esatte dinamiche dell’incidente, dobbiamo ribadire che spesso le cause della morte dei lavoratori sono da riportarsi, oltre che alle omissioni circa i sistemi di sicurezza e prevenzione, a turni di lavoro stressanti imposti dalle aziende ossessionate dalla cosiddetta produttività che mira ad aumentare i ritmi di lavoro fino alla soglia della incapienza.

È fondamentale che vengano prese tutte le iniziative atte ad evitare simili incidenti in futuro, si devono potenziare i controlli da parte dell’ispettorato del lavoro, organo preposto sulla regolarità del rispetto delle norme di sicurezza e nel contempo si devono obbligare le aziende a rivedere ritmi di lavoro, rendendoli più idonei alle potenzialità dei lavoratori ed a implementare percorsi di formazione con verifica finale delle competenze".

Lo hanno dichiarato in una nota congiunta il segretario generale Ugl Paolo Capone e il segretario dell’Ugl di Napoli, Gaetano Panico

"È necessario, pertanto, dare immediato corso agli adeguamenti degli organici dei servizi ispettivi, al fine di monitorare in tempi stretti le situazioni di emergenza presenti in moltissimi comparti produttivi. È altresì indispensabile la diffusione della formazione sulla prevenzione degli incidenti, a partire addirittura dalla scuola dell’obbligo e dai datori di lavoro. Inoltre, l’Ugl Mari e Porti che rappresenta il comparto, ha già dichiarato lo stato di agitazione, sollecitando un urgente incontro con l’Autorità Portuale di Napoli per affrontare il delicatissimo problema della sicurezza sul lavoro".