Benevento

Per la strega quattro partite in casa, quattro fuori. Tra le mura amiche marcia da capolista, in trasferta da anonima comprimaria. Lo dicono i numeri e quelli non sbagliano mai. Mettiamo a confronto le due classifiche: in casa il Benevento è in testa da solo a 12 punti, lo inseguono Picerno a 11, Catania a 8, Cerignola, Cavese, Giugliano e Potenza a 7 (si tenga presente che hanno giocato tutti 4 partite, tranne il Picerno che ne ha disputate 5 al Curcio)

Fuori casa lo scenario cambia quasi totalmente. Il Benevento è addirittura 12° con i suoi quattro punti conquistati, una vittoria, un pareggio, due sconfitte, 2 gol segnati e 2 subiti. In vetta nella classifica delle gare fuori casa c'è il Monopoli che comanda con i suoi 12 punti, ma giocando però 5 partite al Veneziani, così come il Trapani al Municipale, che a sua volta insegue al secondo posto a 9 punti. 8 sono i punti del Cerignola (in 4 gare), 7 quelli di Catania, Sorrento, Giugliano e Potenza (tutti con 4 gare disputate). 

Due volti diversi, in una trasformazione che dovrebbe essere materia per psicologi. Il fatto è che la squadra che diverte e si diverte al Vigorito, si intristisce lontano dalle mura amiche. Perché...?

In tutto questo crediamo che c'entri la fase offensiva, in particolare c'entrino gli attaccanti. In casa il Benevento ha sempre segnato: 4 volte con Manconi, 2 con Acampora e Simonetti, una con Berra, Pinato, Talia, Oukhadda, Lanini e Lamesta. In trasferta sono andati a segno solo Berra e Lanini, entrambi a Bari contro l'Altamura. 

Si dice: nel Benevento segnano tutti. Ed è un aspetto positivo. Ma dei 16 gol realizzati, il bottino degli attaccanti sembra piuttosto magro. Manconi ha segnato 4 volte, una su rigore, un'altra su respinta del portiere su un altro rigore calciato sempre da lui, mai in trasferta. Lanini, cannoniere dello scorso campionato, è andato a segno due volte: la prima a tempo scaduto a Bari contro l'Altamura, la seconda su rigore nei minuti finali contro il Foggia. Lamesta ha centrato la porta avversaria solo una volta, di testa contro la Juve. Perlingieri è ancora a secco. Così come Starita, che ha però giocato pochissimo. 

L'apporto degli attaccanti in termini di reti vale il 43% del totale. Se si escludono i rigori diventa il 25%. Un po' poco. Soprattutto perchè in trasferta sono ancora quasi tutti a secco. 

Va detto che spesso i tiri scagliati verso la porta avversaria sono in chiara antitesi con le realizzazioni. Prendiamo proprio l'ultima sfida di Messina. Le statistiche finali parlano di 8 tiri nello specchio della porta (con un palo) e di due che sono finiti fuori con il 50 per cento di possesso palla. Numeri che dicono chiaramente che quella che è mancata è stata la concretezza. 

Secondo noi non è un attaccante di struttura che manca (tanto con il mister non avrebbe eccessivo spazio e sarebbe avulso dal gioco attuale), ma un giocatore capace di trasformare in gol anche palloni che danzano nell'area avversaria in attesa di un tocco anche sporco. L'anno scorso Lanini ha risolto parecchi problemi all'asfittico attacco giallorosso, così come Perlingieri segnava in ogni maniera possibile nella formazione Primavera giallorossa (26 gol in 20 partite). Nel loro Dna dovrebbero avere il cosiddetto “killer istinct” che finora è mancato al Benevento in trasferta. Ma devono fare una chiara inversione di tendenza.