Benevento

Aveva iniziato il campionato con una serata da sogno, due gol al Potenza, una prestazione subito convincente. Poi la notte di Bari, una città che evidentemente non gli porta molta fortuna. 42' del primo tempo: una fitta al muscolo, la resa anticipata. Distrazione di primo grado, non un infortunio grave, ma da non sottovalutare per chi come il centrocampista napoletano non aveva neanche fatto la preparazione. Ora potrebbe essere finalmente pronto per il rientro: “Da tre settimane sto lavorando tanto con i medici e il prof – dice a Ottogol, dove è intervenuto lunedì sera – certo, quando si tratta di un problema muscolare bisogna andarci cauti, perchè una ricaduta è sempre dietro l'angolo”. 

Appare evidente che la gente aspetti il suo rientro come la panacea ad ogni problema, per avere un'arma in più quando non si riesce a segnare. Dice che gli apprezzamenti lo rendono felice: “Mi fa piacere che dicano bene di me, non è un peso, i complimenti piacciono a tutti. Ma mi rende soprattutto felice vedere come corrono i ragazzi, come si allenano, come sanno soffrire, siamo davvero una bella squadra”.

IL MODO DI GIOCARE. Una squadra che sembra però avere due volti: uno bello in casa, l'altro poco brillante in trasferta. Che cosa accade lontano dal Vigorito? Perchè a volte la squadra sembra snaturarsi? “Di certo i lanci lunghi non sono una nostra caratteristica. In questo momento sappiamo che dobbiamo fare un gioco propositivo palla a terra e andare rapidamente avanti per sfruttare gli esterni che sono veloci e forti nell'uno contro uno. La seconda opzione non credo sinceramente che sia quella dei lanci lunghi, almeno io preferisco giocare per 90' palla a terra, andando tra le linee, magari per allargare sugli esterni che a loro volta possono dare qualche buona palla in mezzo. Può capitare nei finali di partita, non certo in casa quando spesso hai messo in cassaforte il risultato, ma in trasferta capita che c'è quella voglia pazza di vincere e magari si prova l'assalto con qualche lancio lungo. Ma dobbiamo essere intelligenti a non farlo, perchè per la maggior parte delle volte regaliamo palla agli avversari”.

DOPPIO VOLTO. Dunque la causa di questa trasformazione va ricercata in cause diverse. In casa si è segnato tanto, ma gli attaccanti non sono stati sempre protagonisti. Qualcuno punta il dito sul giovane Perlingieri, cecchino infallibile nella Primavera, ora senza alcun gol all'attivo: “Ho parlato anche con Mario, che con me spesso si confida: è un giocatore forte e lo dimostrerà, credo debba “mentalizzarsi” un po' di più. Ma è un giocatore forte, fa giocare bene la squadra, cerca soluzioni con i compagni, io giocando dietro di lui mi diverto, perchè sento che parliamo la stessa lingua. Sono tutti ragazzi forti, ma lui mi piace in particolar modo”.

Qualcuno ha tirato in ballo la frenesia dei giallorossi nel cercare sempre di segnare. Acampora prova a rifletterci su: “La ragione probabilmente sta nel mezzo, io preferisco andare sempre avanti in attacco, ma c'è anche chi vuole vincere 1-0 o 2-1. Però se ci abbassiamo tanto, lasciamo la palla agli avversari e rischiamo di più. Gestire non vuol dire abbassarsi: il mister si riferisce ad una gestione anche fisica, non andare sempre a tremila, ma far correre anche gli altri”.

LA LINEA VERDE. I giovani in definitiva sono una risorsa infinita per questo Benevento e la gente sembra averli già adottati: “Per un giovane giocare davanti al proprio pubblico è sicuramente bello: sono tutti ragazzi del vivaio, allo stadio sono venuti anche da spettatori e il loro sogno era quello di giocarci un giorno. La gente deve essere brava ad aspettarli, incoraggiarli soprattutto nei momenti difficili, che possono capitare. C'è stato nell'ultima partita quell'episodio bellissimo capitato a Nunziante con l'applauso della gente. Mi sono ricordato di quando ero giovane, pensando che se avessi fatto un'autorete sarebbe stato bello che la gente mi avesse ugualmente incoraggiato. In questo momento c'è davvero un bell'ambiente, sento che la gente è contenta dei giovani e si sta creando una bella alchimia”.

Al rientro in squadra, Auteri avrà la possibilità di riproporre il modulo con il trequartista tra le linee: “E' un ruolo che facevo da ragazzino, non facendo il ritiro non ero al top della condizione e il mister ha pensato bene che in quel modo mi avrebbe ridotto lo spazio da coprire. La prima volta che sono venuto a Benevento ero davvero strafelice, ma anche questa volta ci tengo troppo a fare bene e soprattutto a fare quello che non mi è riuscito nell'ultima stagione in giallorosso”. 

ACAMPORA E... Il rapporto tra il mancino napoletano e i responsabili del Club sono decisamente buoni. E' lui stesso a sintetizzarli in qualche aggettivo appropriato: “Auteri? Esigente. E' una persona che chiede tanto, sia sul piano fisico che tecnico, ad ogni allenamento devi stare sul pezzo. Carli? Riflessivo. Con lui abbiamo parlato e abbiamo chiarito, sono contento del rapporto che si sta creando. Vigorito. Appassionato. E' una persona che ci tiene tantissimo, mai avuto un presidente così presente, sta sempre accanto a noi e questo non può farci che piacere”.