Schiarita nella vicenda dei pozzi industriali a Solofra. La Derma è uno degli opifici conciari che, a causa delle concentrazioni di tetracloroetilene oltre il limite previsto per legge, si è vista inibire l'utilizzo del pozzo dal quale attingeva l'acqua utile al processo produttivo. L'azienda per superare la situazione di impasse si era dotata di un impianto a carboni attivi. L'accorgimento doveva servire a continuare ad utilizzare il proprio pozzo industriale. C'erano le disposizioni del “Decreto del fare”, e dell'ordinanza sindacale che la richiamava, a dare man forte alle aziende solofrane. La normativa, infatti, rende possibile l'emungimento previo trattamento depurativo. I pareri tecnici presentati dall'azienda hanno evidenziato come l'impianto sia idoneo ad abbattere la presenta di tetracloroetilene. Forte anche di una nota della Stazione sperimentale pelli e cuoio di Napoli la conceria Derma aveva chiesto alla Provincia di Avellino di revocare lo stop all'utilizzo del pozzo. Palazzo Caracciolo che avrebbe dovuto autorizzare il ricorso ai filtri a carboni attivi, dal canto suo, non entrò nel merito della vicenda ritenendo prioritaria la caratterizzazione e bonifica e sospendendo le attività di emungimento. L'azienda, tramite i legali Antonio De Stefano - Dario Gioia e Michele De Piano, si rivolse al tribunale amministrativo. Il tar in un primo momento emanò una sospensiva poi lo scorso mese di marzo si espresse in favore dell'azienda. I giudici, accogliendo il ricorso dell'azienda solofrana, fecero proprio un orientamento che scinde l'intervento di caratterizzazione e bonifica di un sito inquinato dalla possibilità per la singola azienda di intervenire per abbattere il carico inquinate e quindi mandare avanti il ciclo produttivo. Questa, dunque, la vicenda giuridica. Dopo la pronuncia del Tar l'azienda solofrana ha presentato la richiesta dell'Aua ovverosia l'autorizzazione unica ambientale che investe la materia degli scarichi in pubblica fogna e delle emissioni in atmosfera. Nella documentazione finalizzata al rilascio dell'Aua è stato indicato anche l'impiego, da parte dell'azienda, ai filtri a carboni attivi per abbattere il carico di tetracloroetilene. La Provincia di Avellino ha nei giorni scorsi rilasciato l'autorizzazione unica ambientale alla Derma. In questo modo è stata indicata la strada che può essere percorribile anche altre aziende conciarie che a questo punto possono in sede di rilascio della nuova Aua, o presentando delle integrazioni nel caso l'avessero già ottenuta, farsi autorizzare dalla Provincia l'impianto a carboni attivi e quindi tornare ad utilizzare il pozzo idrico industriale. Un fatto non da poco visto che per questa strada si potrebbe alleviare, e non di poco, la pressione esercitata dal fabbisogno industriale sull'acquedotto civile che fino ad ora ha sopperito alla chiusura dei pozzi industriali.
G.A.