Napoli

Il Napoli si prepara a alla settima giornata di campionato, nell’anticipo contro il Como al “Maradona”. Antonio Conte nemmeno ci pensa a sottovalutare l’avversario, e a metà settimana ripropone la sua consueta ricetta basata sul lavoro.

Come si gestisce questo primo posto un po’ inatteso?
«Si gestisce continuando a lavorare seriamente. Siamo all’inizio del campionato ed è un periodo di assestamento un po’ per tutti. In vetta alla classifica si sono alternate sei squadre diverse. Per noi è importante mettere dei punti in classifica e del fieno in cascina. Questo ci può far stare tranquilli quando ci sarà qualche momento più difficile. Noi crediamo nel percorso che siamo facendo, cercando di crescere nella mentalità e nella determinazione. Stiamo ampliando anche altri discorsi e sono molto soddisfatto perché ho il piacere e la fortuna di lavorare con un gruppo che mi dà disponibilità».

Incontrerà di nuovo Fabregas, stavolta come allenatore avversario. Pensava potesse diventare un allenatore?
«Con lui abbiamo condiviso momenti importanti. Era un calciatore che mi chiedeva sempre il perché di alcune cose, e immaginavo potesse diventare un allenatore. Sono contento per lui perché sta facendo un percorso bello e veloce. Il Como la indico come la squadra rivelazione. Nelle ultime tre partite poteva fare nove punti. Sono andati a vincere in casa dell’Atalanta e hanno vinto col Verona. È una squadra di grande qualità, con giocatori di esperienza e giovani di valore. Cutrone sta facendo un avvio di campionato incredibile. Noi ci stiamo preparando per non cercare di farci cogliere impreparati».

Allo stadio quasi 50mila spettatori di media a partita. Quanto è importante secondo lei avere uno stadio di proprietà?
«Da questo punto di vista siamo un pochettino indietro. Io ho lavorato in Inghilterra, e lo stadio di proprietà così come il centro sportivo diventano degli elementi fondamentali. Così accade anche nelle serie minori. Sarebbe meglio fare questi step veloci anche in Italia. Mi piacerebbe che si trovasse il modo di rendere questi stadi più accoglienti. Anche se ci sono degli stadi che restano delle icone, anche se devono essere sicuramente migliorati».

Sta crescendo la condizione di Lukaku?
«Sta lavorando, e stiamo iniziando con gli stessi carichi di lavoro rispetto agli altri. Ha bisogno di lavoro specifico, ma adesso è un giocatore che inizia a stare in buona condizione. È integrato alla perfezione con i ragazzi e con il resto del gruppo. Resta un calciatore che al di là di tutto sposta gli equilibri».

Col Como può essere una partita trappola? Cosa si aspetta dal suo Napoli?
«Lavoriamo per continuare sempre a migliorare, sotto tutti i punti di vista. Nelle scelte, nella gestione della partita: perché siamo un pochino frettolosi. Stiamo lavorando tanto e quello che a me piace è vedere la disponibilità di questi ragazzi ad apprendere sempre di più cose nuove e la loro voglia di migliorarsi. Sono passati solo tre mesi e ci sono dei margini per tutto. Vedo una crescita a livello di determinazione e di voglia».

È un vantaggio scendere in campo da primi in classifica?
«È un vantaggio se vinceremo la partita. Ma non abbiamo ancora vinto. Se ci riusciamo avremo la possibilità di rimanere in testa alla classifica. Ma conta mettere tre punti dentro. Le partite vanno sempre giocate, soprattutto per noi che abbiamo intrapreso questo percorso. Vincere sarebbe importante. La pressione dobbiamo abituarci ad averla sempre, deve essere insita dentro di noi. Dobbiamo sentire quella sana pressione e quella sana paura, che non ti fa scendere in campo in modo presuntuoso. Stiamo lavorando anche sotto questo punto di vista. Deve diventare una pressione positiva. Dobbiamo essere bravi a tapparci le orecchie, perché qualche furbetto di può mettere la pressione da fuori per coprire la propria squadra. Gli scudetti li vincono sempre il valore patrimoniale dei giocatori e il monte ingaggi. A Napoli si dice ca nisciun e fess. Se qualcuno

Kvara è apparso nervoso. Come mai?
«Non lo so, perché non ho visto. Ha fatto una buona partita, ha fatto quello che doveva fare. Aveva preso il giallo, era nervoso anche per alcune decisioni dell’arbitro. Questo nervosismo mi fa piacere perché sente la partita, ma deve stare tranquillo con gli arbitri perché vogliamo finire la partita in undici. Lo vedo molto coinvolto dal punto di vista emotivo. Li voglio vedere arrabbiati con gli arbitri se necessario, è normale. Questo vuol dire che sono pienamente presi».

Inchiesta sui tifosi di Inter e Milan. C’è un problema tra i club e i gruppi organizzati? Qualcuno aveva fatto il suo nome
«Per il mio nome mi fa piacere per il gradimento, ma non posso farci nulla. Se avessi avuto contatti con queste persone sarebbe stato grave, ma non è cosi. Il gradimento c’era da parte del tifoso in generale, e questo mi fa piacere se ho vestito maglie diverse. L’apprezzamento del tifoso sano mi fa piacere. Ho letto degli arresti, non conosco bene la situazione e diventa difficile esprimersi. Quello che posso dire è che il calcio è gioia, felicità. È la passione del tifoso e noi questo non dobbiamo mai dimenticarlo. Noi dobbiamo fare del nostro meglio e lavorare, ma il calcio deve essere gioia e felicità per tutti. Tutti ne siamo innamorati e dobbiamo essere bravi a tutelarlo».

Maradona pieno da quando è arrivato in panchina. Cosa ne pensa di questo entusiasmo?
«Questa passione è linfa per noi. Vedere il nostro tifoso appassionato ci fa piacere. Non ci vogliamo isolare assolutamente e vogliamo condividere. Dando il 100%. Il nostro tifoso deve vedere che noi dopo ogni partita usciamo con la maglia sudata. Io non voglio che ci chiudiamo. Questa passione deve essere una sana responsabilità per tutti. Napoli vive di passione e ti avvolge. Ti regala qualcosa di incredibile. Dobbiamo essere bravi ad alimentare questa passione ancora di più. Deve essere un connubio forte al di là del risultato. Quello che non dovrà mai mancare è l’impegno, e finché sarà così ci aspettiamo di vedere un Maradona pieno».

Molti giocatori stanno già migliorando, un esempio è Rrhamani
«Un mio giocatore dopo l’esperienza con me sarà un giocatore migliore. Non voglio essere presuntuoso ma parla chiaramente la storia. I giocatori apprezzano quando l’allenatore trasmette qualcosa con passione. Per quanto riguarda Amir, eravamo tra le peggiori difese, abbiamo preso 48 gol. Era colpa di tutta la squadra. È inevitabile che quando c’è compattezza e voglia diventa più semplice per tutti. Bisogna esaltare sia la fase difensiva che la fase offensiva. Tutto deve funzionare. Le squadre importanti sono quelle che hanno equilibrio. Chi vince gli scudetti, di solito, ha sempre la miglior difesa».

Anguissa e McTominay possono giocare insieme nella coppia?
«Sono giocatori con caratteristiche diverse. Ho fortemente spinto per Gilmour perché ha delle caratteristiche simili a Lobotka, ed è il giocatore che mi sta mettendo in difficoltà. È forte ma non sta giocando perché ha Lobotka davanti. È forte nei recuperi e nei contrasti. McTominay e Anguissa in regia hanno caratteristiche diverse. Possono giocare lì, ma con un regista al loro fianco».

Arrivano Como, Empoli e Lecce. Chiede 9 punti?
«Chiedo di lavorare. Non posso chiedere senza lavorare, lo posso fare quando ci sono le condizioni giuste. E queste sono il lavoro, avere la mentalità giusta. Sapete benissimo che nel campionato italiano non è mai facile portare tre punti a casa. Noi dobbiamo essere martelli e pensare di partita in partita».