L’esercito israeliano ha lanciato un avvertimento chiaro: circa due dozzine di comunità nel sud del Libano, vicine al confine, devono evacuare immediatamente. L’ordine, diffuso tramite la piattaforma X dal portavoce arabo delle forze armate israeliane, invita la popolazione a spostarsi a nord del fiume Awali, a circa 60 chilometri dal confine, una distanza superiore rispetto al precedente limite del fiume Litani, fissato dall'ONU come area cuscinetto tra Israele e Hezbollah.
Questo nuovo avvertimento arriva poche ore dopo che Israele ha condotto una limitata incursione di terra in territorio libanese, con l'obiettivo dichiarato di colpire le postazioni di Hezbollah lungo il confine. I combattimenti tra Israele e Hezbollah si sono intensificati nelle ultime settimane, con frequenti bombardamenti da entrambe le parti. L’artiglieria israeliana ha colpito il sud del Libano per tutta la notte, mentre Hezbollah ha risposto lanciando razzi verso il centro di Israele.
L’offensiva israeliana si inserisce nel contesto più ampio del conflitto innescato dall’attacco di Hamas del 7 ottobre, che ha portato Israele a estendere le sue operazioni anche contro Hezbollah, storico alleato di Hamas e sostenuto dall’Iran. La tensione tra le due parti si è intensificata dopo che un attacco aereo israeliano ha ucciso Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah, insieme ad altri alti comandanti del gruppo.
L’operazione militare israeliana, che potrebbe concentrarsi su una stretta fascia di territorio lungo il confine, rappresenta un ulteriore passo verso un’escalation più ampia. Anche se Israele ha escluso per il momento un’invasione estesa come quella del 1982, la situazione sul terreno resta pericolosa e potrebbe degenerare rapidamente. L’esercito israeliano ha già segnalato che le incursioni di terra proseguiranno finché non saranno garantite le condizioni di sicurezza per il ritorno dei cittadini israeliani nelle zone settentrionali.
L’ONU, attraverso la forza di pace UNIFIL, ha espresso preoccupazione per questa escalation, definendola un "sviluppo pericoloso" che rischia di violare la risoluzione che aveva posto fine alla guerra del 2006. Tuttavia, le accuse reciproche tra Israele e Hezbollah circa la mancata attuazione della risoluzione ONU complicano ulteriormente gli sforzi diplomatici per una de-escalation.
Il conflitto, che ha già causato migliaia di vittime e la fuga di centinaia di migliaia di persone dal sud del Libano, rischia di sfociare in una guerra regionale, coinvolgendo anche l’Iran e le forze statunitensi già presenti nell’area a sostegno di Israele. Il Libano, attraverso il primo ministro Najib Mikati, ha manifestato la volontà di schierare l’esercito a sostegno della risoluzione ONU, ma l’influenza di Hezbollah sul territorio rende difficile un controllo effettivo.
Hezbollah, nonostante le perdite subite, ha dichiarato che continuerà a combattere, preparando il terreno per una nuova fase di scontri che potrebbe coinvolgere gran parte della regione.