Pompei

È una storia che sembra uscita da un romanzo, quella del dipinto attribuito a Pablo Picasso e ritrovato quasi per caso in una cantina di Capri. Il Buste de Femme Dora Maar, ora stimato 6 milioni di euro, è stato appeso per decenni nel salotto della famiglia Lo Rosso di Pompei, senza che nessuno immaginasse il valore del quadro. Dopo oltre cinquant'anni, una perizia ufficiale conferma che si tratta di un'opera del celebre artista spagnolo. Ma, nonostante le cifre da capogiro, la famiglia non ha intenzione di venderlo.

"L’abbiamo sempre trattato come un pezzo della famiglia", racconta Andrea Lo Rosso, che insieme al fratello e alla sorella ha ereditato il quadro dal padre Luigi, un rigattiere che negli anni ‘70 portò a casa l’opera da una villa di Capri. "Mio padre ci teneva molto e la sua volontà era chiara: questo quadro non si vende". Da allora, il Buste de Femme è rimasto appeso nella casa di famiglia, quasi dimenticato, finché non è emersa la curiosità sulla sua autenticità.

Per decenni, la famiglia ha cercato risposte, e finalmente è arrivata la conferma tanto attesa. La grafologa Cinzia Altiero, incaricata dal Tribunale di Milano, ha stabilito che la firma sul dipinto è autentica e riconducibile alla mano di Picasso. Un risultato che per la famiglia Lo Rosso rappresenta una vittoria contro le molte difficoltà incontrate lungo il cammino. "Questo è un mondo difficile, pieno di ostacoli", commenta Andrea, ricordando anche i consigli ricevuti dal professor Vittorio Sgarbi, che lo incoraggiò a non arrendersi. "Mi disse: 'Non si faccia scoraggiare. Se le dicono che è falso, chieda che lo mettano per iscritto'".

Nonostante le numerose richieste di acquisto ricevute nel corso degli anni, i Lo Rosso non hanno mai considerato l’idea di separarsi dall'opera. "Abbiamo sempre voluto solo una cosa: la verità", spiega Andrea. Ora che quella verità è stata confermata, la famiglia non cerca altro che una valutazione formale.

Tuttavia, il quadro rimarrà un prezioso ricordo di famiglia, più che un tesoro da monetizzare. "È un pezzo di noi", conclude Andrea. "Un simbolo di nostro padre e della sua determinazione".