"La donna è uguale all'uomo, anzi, nella vita della Chiesa la donna è superiore, perché la Chiesa è donna. Sul ministero è più grande la misticità della donna che il ministero". Così Papa Francesco ha commentato, nel corso della conferenza stampa sul volo di rientro dal Belgio, il documento di forte critica anche alle sue posizioni sull'argomento redatto da alcune donne al termine del suo incontro all'università di Lovanio.

"C'è un grande teologo che ha fatto studi su questo: chi è più grande, il ministero petrino o il ministero mariano? È più grande il ministero mariano perché è un ministero di unità che coinvolge, l'altro è ministero di conduzione. La maternalità della Chiesa è una maternalità di donna. - ha spiegato - Il ministero è un ministero molto minore, dato per accompagnare i fedeli, sempre dentro la maternalità. Vari teologi hanno studiato questo e dire questo è una cosa reale, non dico moderna, ma reale. Non è antiquato".

"Un femminismo esagerato - ha concluso - che vuol dire che la donna sia maschilista non funziona. Una cosa è il maschilismo che non va, una cosa è il femminismo che non va". 

Nell'ultimo giorno della sua visita in Belgio, Papa Francesco torna a parlare anche dello scandalo della pedofilia. Le sue parole non lasciano spazio a equivoci. "Nella Chiesa - tuona il Pontefice - non c'è posto per la copertura degli abusi. Vescovi non coprite gli abusi".

E ancora: "Il male non si nasconde, il male va portato allo scoperto. Che si sappia. Come hanno fatto alcuni abusati e con coraggio, che si sappia. E che sia giudicato l'abusatore, sia laico, prete o vescovo. Che sia giudicato". Queste parole sono state seguite da un applauso. "Le persone abusate - ha scandito - sono il lamento che sale al cielo, che tocca l'anima, che ci fa vergognare, che ci chiama a convertirci".

Sin dal suo arrivo in Belgio, venerdì, in visita al Castello di Laeken, il Pontefice non ha esitato ad affrontare questo tema chiedendo "perdono" per questa piaga di fronte alla quale la Chiesa "deve vergognarsi". Ma se il Re Filippo ha riconosciuto al Papa di aver "denunciato con intransigenza" questa "tragedia indicibile", il premier Alexander De Croo gli ha chiesto "misure concrete" poiché "le parole non bastano più". Sempre venerdì il Pontefice ha incontrato 17 persone, vittime di abuso da parte di membri del clero in Belgio. Nel corso dell'incontro, durato più di due ore, i partecipanti hanno potuto portare al Papa la propria storia e il proprio dolore ed espresso le proprie attese riguardo l'impegno della Chiesa contro gli abusi.

"Ho sentito la loro sofferenza", confida il Pontefice. "E lo ripeto: nella Chiesa c'è posto per tutti" ma "non c'è posto per l'abuso" e "non c'è posto per la copertura dell'abuso". Bisogna quindi "condannare gli abusatori e aiutarli a guarire da questa malattia".Durante la conferenza stampa sul volo papale torna sull'argomento sottolinenado come "abbiamo la responsabilità di aiutare gli abusati e prenderci cura di loro. Alcuni hanno bisogno di un trattamento psicologico, bisogna aiutarli a questo. Anche si parla di una indennizzazione perché nel diritto civile c'è".

Il Papa evidenzia come "nel diritto civile credo che sono 50 mila euro in Belgio, è troppo basso. Non è una cosa che serve. La cifra credo che è quella ma non ne sono sicuro. Ma dobbiamo prenderci cura delle persone abusate e punire gli abusatori, perché l'abuso non è un peccato di oggi che domani forse non c'è".

E rincara: "è una tendenza, è una malattia psichiatrica e per questo dobbiamo metterli in trattamento e controllarli così. Non si può lasciare un abusatore libero nella vita normale, con responsabilità nelle parrocchie e nelle scuole. Alcuni vescovi ai preti che hanno fatto questo, dopo il processo e la condanna, gli hanno dato lavoro per esempio nella biblioteca, ma senza contatto con bambini nelle scuole, nelle parrocchie. Ma dobbiamo andare avanti con questo. Io ho detto ai vescovi Belgi di non avere paura e di andare avanti".