Benevento

Si usa dire nel calcio che quando ti rendi conto che non puoi vincere, almeno non devi perdere. Ecco (forse) cosa manca ancora al Benevento per essere definita una “grande” di questo girone. 

Per capire bene l'essenza della sfida del Veneziani si possono estrapolare due frasi delle interviste post gara di Auteri e Colombo. Il tecnico del Monopoli ha ammesso con tutta onestà che il terreno del campo pugliese fa perdere almeno un tempo di gioco alle squadre avversarie. Un guaio serio per una formazione come il Benevento che ha un fraseggio fitto, che gioca in velocità e il “tempo di gioco” lo anticipa anziché ritardarlo. L'altra frase è di don Gaetano: “Noi giochiamo alla stessa maniera anche su un campo così mal messo”.

E forse la causa di questa sconfitta va ricercata proprio nella mancanza di un “piano B”. Se non si può giocare col fraseggio stretto e rapido (e francamente al Veneziani è impossibile per chiunque) bisogna trovare delle alternative che possano ovviare all'impossibilità di fare il proprio gioco.

Un'alternativa sarebbe potuta essere il tiro da lontano: ci hanno provato una volta Lamesta, una Oukhadda. Troppo poco evidentemente. E lo ha ammesso lo stesso Auteri, che però ha aggiunto una postilla importante: “L'unica cosa che non abbiamo fatto è tirare da fuori, ma la palla andava controllata due-tre volte anche quando cercavi di calciare da lontano e a quel punto gli avversari non te lo permettevano più”.

Dunque quando si incontrano queste difficoltà (e di campi così disastrati ce ne saranno altri...) bisogna essere “machiavellici”, magari rinunciare al fraseggio e essere più pratici, anche con qualche lancio lungo, perchè dall'altra parte del campo non c'è mai il Real Madrid. Nel primo tempo un lancio lungo di Oukhadda ha pescato Manconi, che di testa ha fatto da sponda per Perlingieri che ha sfiorato il gol. Provarci di più poteva essere un modo per evitare tante difficoltà: non c'è da vergognarsi se in qualche frangente ci si può anche snaturare.

Fermo restando che prendere gol da calcio d'angolo è una circostanza che fa pensare. E molto. Viteritti non è un gigante, tanto che è andato a saltare sul primo palo, ma perderselo così è stato un atto da censura. Sta ora al tecnico trovare gli antidoti giusti per queste situazioni complicate. Alternative, scavando nel materiale umano che si ha a disposizione. Certo, recuperare elementi come Acampora e Borello, ma anche come Pinato e Ferrara vuol dire aumentare i giri del motore e le possibilità di cercare alternative al gioco attuale. Perchè non vorremmo dover chiedere ad Addazio di passare con l'aratro sul terreno dell'Antistadio per abituare la squadra a giocare su campi come quello di Monopoli.