Avellino

di Paola Iandolo 

Assolti con la formula "perché il fatto non sussiste". Si è conclusa così la vicenda giudiziaria iniziata nel 2017 e che ha visto al banco degli imputati l'ingegnere, ex dirigente provinciale del servizio edilizia scolastica Giovanni Micera e l'ex presidente della Provincia di Avellino, Domenico Gambacorta, difesi dagli avvocati Concetta Mari e Nello Pizza. I due imputati nel corso dell'istruttoria dibattimentale hanno anche rinunciato alla prescrizione.

Una vicenda iniziata nel lontano 2017

Il caso ebbe inizio il 3 novembre 2017, quando i carabinieri apposero i sigilli alla storica sede del Liceo Scientifico P.S. Mancini di Avellino, che ospitava gli alunni dal 1930. Il sequestro venne disposto dal giudice per le indagini preliminari su richiesta della Procura della Repubblica di Avellino. La procura riteneva che l’edificio fosse a rischio a causa della fragilità dei solai della palestra, nonostante una perizia della Provincia di Avellino depositata nelle settimane precedenti avesse escluso tali pericoli. La perizia del professore Luigi Petti, redatta dopo aver scandagliato il Mancini per oltre quattro mesi, aveva rassicurato tutti sulle condizioni dell'immobile. Per il professore Petti l'indice di rischio sismico era pari a poco più di 0,3. in quella sede furono anche segnalati alcuni interventi per migliorare le condizioni dell'edificio. 

La diaspora degli iscritti

Da quel momento, i 1.219 alunni del liceo si ritrovarono senza una sede scolastica, successivamente reperita dall’Ufficio Scolastico Regionale di Avellino, guidato all’epoca dal Provveditore Rosa Grano e dallo stesso Presidente della Provincia, Domenico Gambacorta. La vicenda non lasciò inermi gli studenti che organizzarono diverse manifestazioni studentesche, le stesse famiglie degli alunni che avviarono diversi ricorsi.