di Paola Iandolo
"Non è da escludere che Bembo nel tentativo di disarmare Iannuzzi si sia inavvertitamente avventato contro la lama e abbia forzato i movimenti dell'arto superiore di Nico, tanto da infliggersi ferite da taglio a valenza esiziale". Una ricostruzione completamente diversa da quella emersa finora dalle indagini e fornita in aula dal dottore Valerio Mastroianni, consulente medico legale di parte, nominato dalla difesa dei due due imputati, rappresentata dagli avvocati Gaetano Aufiero e Stefano Vozella. Il consulente in aula ha precisato che : "Calandoci nel caso specifico di una colluttazione tra un primo individuo che impugna un’arma bianca e un secondo individuo disarmato, le ferite da taglio o da punta e taglio possono derivare, oltre che da un movimento effettivamente atto all’offesa del primo (come un affondo, un fendente, ecc.), anche da un movimento del secondo con lo scopo di aggredire, immobilizzare o disarmare. Ad esempio, tipiche in ambito medico-legale sono le lesioni da taglio osservabili al palmo delle mani, che possono dipendere dal tentativo di afferrare la lama nel tentativo di bloccare o disarmare".
"Calandoci ancor più nel caso specifico, le nozioni circostanziali descrivono una dinamica che preme per la produzione delle ferite da arma bianca nella fase in cui Roberto Bembo si trovava a sovrastare Niko Iannuzzi, bloccato a terra in posizione supina. In tale ricostruzione, era Bembo a trovarsi in una situazione di vantaggio e con intenti aggressivi, mentre il Iannuzzi, precedentemente vittima di pestaggio da parte di più attori, si trovava in assetto difensivo, con verosimilmente in pugno un’arma bianca a scopo prevalentemente intimidatorio/difensivo". "Tanto premesso, dunque, la “concreta attitudine lesiva” non appare calzante nel caso di specie, in quanto fraintendibile come effettiva volontà offensiva nella produzione delle lesioni da arma bianca, cosa che, invece, non è evocabile con certezza oltre ogni ragionevole dubbio nel caso in esame".
In conclusione - secondo il perito - appare necessario specificare che la “forza viva” produttiva delle lesioni da arma bianca è da intendersi come energia cinetica di non notevole entità, la cui “concreta attitudine lesiva” deve riferirsi ai reciproci movimenti degli attori nel corso di una colluttazione e non propriamente a un’azione di offesa.
L’avvocato Gerardo Santamaria, difensore di parte civile nominato dai familiari di Roberto Bembo, ha messo in evidenza che le ferite da arma da taglio erano presenti sul corpo della vittima, anche sulla schiena.
Il processo è ormai alle battute finali. La prossima udienza è attesa per l'11 dicembre quando è prevista la discussione del pubblico ministero. Quella successiva, invece, è attesa per il 15 gennaio 2025.