Benevento

E' forse la sorpresa più splendente di questa prima parte del campionato giallorosso: Antonio Prisco, centrocampista di San Giuseppe Vesuviano, classe 2004, ormai stabilmente nel roster titolare della strega. Da una vita in giallorosso (dal 2019, quando di anni ne aveva appena 15), ha anche partecipato ad un ritiro della squadra in B con Fabio Caserta, oltre che ad un Torneo di Viareggio. Quest'anno ha giocato 4 partite di campionato e due di coppa Italia, segnando anche un gol. 

Ironia della sorte ha saltato una sola sfida, quella del Massimino alla seconda giornata, proprio l'unica che il Benevento ha perduto. “La panchina di Catania? - ha detto ospite di Ottogol sul canale 16 di Ottochannel – Lo ammetto, ci sono rimasto un po' male. Sarebbe stato bello giocare al Massimino davanti a 20mila persone. Per me sarebbe stata una grande emozione e un gran piacere”.

Ha avuto modo di rifarsi nelle successive partite, perchè Auteri ha confermato di credere molto nelle sue qualità. Anche domenica sera contro il Foggia è stato tra i migliori: “E' stata una partita dura, loro hanno una grande squadra. Noi però siamo stati bravi a sbloccarla subito e a partire forti, approcciando bene la gara. Cosa ci chiede il mister? Di giocare senza rischiare e nella maniera più semplice possibile nella nostra metà campo: cerchiamo di giocare con tranquillità, fermo restando che giocando palla a terra contro una squadra che ti viene a prendere alto, qualche rischio lo prendi, sta a noi evitarli. Dobbiamo essere bravi a dare equilibrio alla squadra, non esponendoci molto e sapendoci gestire”.

Con Talia compone un duo di centrocampo giovanissimo, 41 anni in due. Stesse responsabilità, quasi gli stessi compiti: “In fondo sì, ci chiede le stesse cose. Sta a noi migliorare sempre. Dobbiamo imparare a gestire di più e meglio, perchè siamo troppo frenetici”

Un momento indimenticabile di questa stagione è arrivato in Coppa Italia: “Segnai subito un gol al Potenza e non lo dimenticherò mai, al di là del risultato finale che non ci fu favorevole. Devo essere riconoscente ai miei compagni che mi danno mille consigli, soprattutto quando sbaglio. Voglio ringraziare il presidente, che ogni volta che ci viene a torvare mi dà una carezza e scambiamo qualche parola, al mister Auteri e al direttore Carli”.

Racconta della piccola diatriba finale tra Lamesta e Lanini: “Daniele s'era procurato un rigore proprio nel finale e avrebbe voluto calciarlo. Lanini però era il giocatore designato e non glielo ha concesso. Lui in campo c'è rimasto un po' male, ma poi ha subito dimenticato tutti. Negli spogliatoi non c'era già più traccia dell'accaduto e anche alla ripresa della preparazione”.

Il Benevento primo è un gran bel vedere: “Siamo solo alla quinta giornata. Dobbiamo mantenere i piedi per terra, il campionato è lungo, non dobbiamo guardare la classifica. Ci sono tante squadre attrezzate e leggermente attardate e non è quello il posizionamento a cui auspicavano. Andiamo avanti con umiltà, in quanto a me è sempre stato il mio sogno indossare la maglia della prima squadra al Vigorito davanti a tanta gente”.