Avellino

di Paola Iandolo 

"Sussiste più del fumus commissi delicti necessario per emettere un decreto di sequestro preventivo". Conclusioni a cui sono giunti i giudici del Tribunale di Avellino nell’ ordinanza emessa in data 27 aprile 2024 e nella quale è stata confermata l'esistenza di clan dedito alle aste giudiziarie:  “I dati processuali acquisiti al termine del dibattimento hanno restituito, con granita certezza, la prova dell’esistenza di un sodalizio di natura camorristica caratterizzato dalla compartecipazione criminale di Galdieri Nicola, Dello Russo Carlo, Genovese Damiano, Forte Livia, Aprile Armando Pompeo e Pagano Beniamino. Trattasi di sodalizio criminoso del tutto distinto che non vede tra gli imputati Galdieri Nicola e Dello Russo Carlo. L’associazione criminale in parola ha operato con le modalità tipiche delineate dall’articolo 416 bis e non è possibile alcuna lettura alternativa degli atti processuali, data, in particolar modo, la schiacciante valenza dimostrativa delle intercettazioni “telefoniche ed ambientali” acquisite nel processo, di per sé già altamente rilevatrice dell’ allarmante offensività dei fatti di causa, ma pure altresì riscontrata dalle prove dichiarative raccolte in giudizio.

Alla luce di questa conclusione i giudici del Tribunale del Riesame precisano: “Ed invero, trattasi di una fattispecie associativa formalmente diversa da quella originariamente contestata, ma nella sostanza coincidente con quest’ultima, i cui elementi fattuali sono stati ampiamente esaminati nel corso della lunga istruttoria dibattimentale, tanto da far concludere il Tribunale per l’esistenza della “prova” di un’organizzazione criminale di stampo camorristico a cui appartengono Galdieri Nicola, Dello Russo Carlo, Genovese Damiano, Forte Livia, Aprile Armando Pompeo e Pagano Beniamino”. I giudici del tribunale partenopeo.

 “Se così è non vi è spazio per altre valutazioni: I fatti contestati al capo A sono formalmente diversi ma sostanzialmente identici a quelli che hanno condotto l’ A.G ad emettere vari decreti di sequestro preventivo. Poi dichiarati inefficaci del tribunale di Avellino, ma vi è di più la modifica dell’imputazione riguarda solo il reato associativo rimanendo inalterati tutti i reati-fine”. Dunque è “assolutamente condivisibile quanto affermato dal Gip che ha emesso il decreto di sequestro preventivo. 

Ricorsi in Cassazione 

La difesa di Armando Aprile, rappresentato dall'avvocato Alberico Villani, ha già proposto ricorso per Cassazione, contro il decreto di sequestro preventivo confermato dal tribunale del Riesame di Napoli, che scaturisce dell’ordinanza emessa dal tribunale di Avellino, al termine di una lunga istruttoria dibattimentale (durata tre anni) a carico di numerosi imputati e con la quale furono restituiti gli atti al Pm presso il Tribunale di Napoli, in quanto sarebbe emerso un fatto diverso da quello contestato, cioè un’associazione del tutto autonoma dal Nuovo Clan Partenio.