Avellino

Illegittime, abnormi e invasive, secondo i legali difensori dell'ex sindaco di Avellino Gianluca Festa, le intercettazioni che sono state il fulcro dell'inchiesta della Procura di Avellino che hanno portato all'arresto del primo cittadino, oggi diventano un elemento importante che (secondo i legali) fa crollare l'ingranaggio delle accuse, portando all'annullamento delle due ordinanze da parte della Cassazione. I due avvocati di Festa, Luigi Petrillo e Dario Vannetiello, questa mattina si sono concessi alla stampa per il chiarimento di alcuni aspetti della vicenda.

"Non è un risultato straordinario, non è risultato strabiliante, ma è un risultato unico nella storia giudiziaria italiana. Festa è l'unico uomo, l'unico politico in Italia a cui nello stesso giorno sono state annullate due ordinanze di misura cautelare degli arresti domiciliari per una decina di reati contestati e anche gravi – dicono –".

Ma il perno è quindi legato a un decreto autorizzativo per le intercettazioni ritenuto illegittimo dalla difesa.

“Decidere di attivare anche un trojan che è un sistema di intercettazione di alta tecnologia, dopo aver avviato già intercettazioni classiche già in corso, telefoniche ambientali, nell’ufficio, nella macchina, vuol dire che non c'erano prove schiaccianti per il sindaco. Ma non solo. Iniziare un'attività captativa così pregnante all'inizio dell'indagine, riteniamo possa essere non legittima". 

E quindi per gli avvocati non vi erano presupposti per un arresto: “Gianluca Festa non doveva essere tratto in arresto, non lo dico io, non lo dice l'avvocato Petrillo – hanno riferito - ma lo dicono i giudici della Corte di Cassazione che hanno annullato le due ordinanze emesse dalla Procura di Avellino. Se Festa non avesse avuto il sentore di essere tratto in arresto, non si sarebbe dimesso".

Un passaggio anche sulla sparizione del computer dalla stanza degli uffici comunali secondo Vannetiello “ricostruzione sbagliata”

"E' un segmento di questa vicenda giudiziaria che mi ha incuriosito molto. Purtroppo sono un maniaco delle carte e nello sfogliare migliaia e migliaia di pagine mi sono imbattuto in un verbale di inizio delle operazioni di intercettazione video. Un verbale che dimostrava che l'intercettazione video era iniziata a dicembre 2023, mentre nell'ordinanza di custodia cautelare veniva sottolineato che l'intercettazione video risaliva a marzo 2024, mentre sicuramente era antecedente di qualche mese e dunque il sindaco Festa ha portato via il computer quando non era ancora a conoscenza dell'inchiesta e non temeva le perquisizioni. Tuttavia, siccome i processi e i procedimenti si basano sul rispetto di precise regole, insieme al collega Luigi Petrillo siamo riusciti a individuare dei vizi procedurali all'interno di questo procedimento. Nonostante la bravura e l'eccezionale impegno profuso  in queste indagini, l'analisi è riuscita a individuare quelli che comunemente vengono definiti "cavilli", i quali hanno portato a una decisione senz'altro favorevole per il sindaco".

"Ci tengo a fare una precisazione - dice Petrillo - il tema non è che la Cassazione abbia disposto la scarcerazione di Gianluca Festa. La scarcerazione di Gianluca Festa è una conseguenza di un fatto molto più importante: l’annullamento delle ordinanze, che sono state dichiarate illegittime. Questa è la notizia principale".

"Festa è uomo libero ma sarebbe opportuno non frequentasse il Comune"

Petrillo ha anche commentato le motivazioni delle ordinanze, dicendo: "Una parte delle ordinanze di custodia cautelare si basa sull'ipotesi di continuità tra la giunta di Festa e quella precedente, e questa ipotesi costituirebbe il pericolo di reiterazione del reato. Sorrido perché è davvero una tesi che suscita ilarità. Ritengo che, per garbo istituzionale, sia opportuno non frequentare il comune, ma questa motivazione, riportata sia nella prima che nella seconda ordinanza, continua a sembrarmi discutibile".

Quindi una vicenda giudiziaria che non è ancora chiusa con l’attesa delle conclusioni delle indagini e un eventuale processo. “Dall’esito della distruzione diciamo così delle intercettazioni – dichiara Petrillo - il processo che ci aspetta sarà parecchio singolare”.