“Le mafie sono contemporanee, usano le tecnologie ed è su quel piano che dobbiamo contrastarle”. Ha esordito così il procuratore di Napoli Nicola Gratteri nella prima delle tre giornate della Law Summer School che si è aperta questo pomeriggio a Telese Terme. Occasione importante per gli studenti di Giurisprudenza dell'Unisannio, ai quali Gratteri si è rivolto invitandoli a capire se “hanno forti motivazioni, la determinazione necessaria a studiare 10 ore al giorno”. Perchè “laurearsi con la media del 20-22 non serve a niente, e se lo si fa con 3-4 anni di ritardo si è fuori mercato”, ha concluso, non risparmiando – ma non è una novità- accenni critici alle riforme Cartabia e Nordio, che “non hanno affrontato due temi importanti: la maggiore tutela delle parti offese e la velocizzazione dei processi”.
Giovanni Caporaso, sindaco di Telese Terme, ha spiegato che l'appuntamento rientra nel contesto di quelli organizzati per i 90 anni della cittadina, mentre l'assessore Filomena Di Mezza, avvocato, ha espresso tutta la soddisfazione per la “realizzazione di una iniziativa sul territorio che richiamerà 70 ragazzi: una partecipazione che rappresenta l'obiettivo che volevamo raggiungere”. Clementina Donisi, vicepresidente di Confindustria Benevento, ha sottolineato che “le nuove tecnologie sono al centro dei sistemi di impresa, rappresentando anche un'arma di tutela contro gli attacchi informatici alla parte finanziaria ed ai dati sensibili delle aziende”, e l'importanza della “interconnessione tra ricerca, Universià e mondo delle imprese”.
Vincenzo Verdicchio, presidente del Corso di laurea in Giurisprudenza, ha evidenziato “il bisogno di dare ai nostri studenti una formazione di alto livello e di avanguardia su intelligenza artificiale ed algoritmi”. Antonella Marandola, ordinario di Diritto processuale penale all' Università del Sannio, ha definito la mission della tre giorni: “Aprire orizzonti e nuove visioni, far capire ai ragazzi, la classe dirigente del domani, cosa dovranno affrontare. Abbiamo bisogno di giuristi capaci di convivere con le tecnologie e l'informatica, le neuroscienze sono già nel processo”.
Argomento, quest'ultimo, di grandissima attualità, sul quale sabato relazionerà l'avvocato Vincenzo Regardi, responsabile della Scuola di formazione dell’avvocato penalista della Camera penale di Benevento. “Quello tra neuroscienze e diritto è un rapporto difficile che deve essere sempre più sviluppato, basta vedere i recenti casi di cronaca, con persone che impazziscono improvvisamente e commettono reati che nessuno capisce, come è capitato all'imprenditrice di Viareggio. Le neuroscienze studiano quanto i soggetti sottoposti al Codice penale siano veramente liberi di autodeterminarsi, possiamo punire un soggetto solo se è consapevole di ciò che fa. E non sempre la consapevolezza o la mancata consapevolezza, come la neuroscienza insegna, sono frutto di una patologia. Abbiamo invitato alcuni esperti della materia di rilievo internazionale che da sempre sperimentano l'apporto che le neuroscienze possono dare al processo”.