Benevento

Dieci rinvii a giudizio sono stati decisi dal Gup di Napoli per le persone che il 24 ottobre 2023 non erano state raggiunte da una misura cautelare, a differenza di altre quattordici, nell'inchiesta antiestorsione e antidroga della Dda e dei carabinieri di Montesarchio in Valle Caudina.

Dovranno affrontare il processo, che partirà il 24 ottobre dinanzi al Tribunale di Benevento, Antonietta Abenante (avvocato Carla Maruzzelli), 27 anni, di S. Agata,  Pasquale Landolfo (avvocato Mario Pasquale Fortunato), 65 anni, di Frattamaggiore, Pietro Luciano, 58 anni, di Bonea, Maria Antonia Lupo, 48 anni, di Bonea, Salvatore Meccariello, 33 anni, di Moiano, – per tutti l'avvocato Teresa Meccariello-, Pietrantonio Mango (avvocato Vittorio Fucci), 38 anni, di Moiano, Massimo Oropallo (avvocato Elisabetta Carfora), 48 anni, di Moiano, Mario Razzano (avvocati Danilo Riccio e Osvaldo Piccoli), 75 anni, di S. Agata, Roberto Rizzo (avvocato Gandolfo Geraci), 30 anni, di Napoli, Antonio Saturnino (avvocati Marcello Severino e Riccio), 29 anni, di Sant'Agata.

Stralciata invece la posizione di Pasquale Napolitano (avvocato Mauro Iodice), 32 anni, di Airola, che ha chiesto il rito abbreviato. Gli atti sono stati trasmessi al presidente, che dovrà stabilire se a pronunciarsi debba essere lo stesso Gup o se debba farloil giudice dinanzi al quale è in programma il 26 settembre il rito abbreviato per coloro che sono detenuti, ai quali, a quel punto, si aggiungerebbe Napolitano. Atti al Pm, infine, ma per un problema di notifiche, per Giovanni Coletta (avvocato Fulvio Dello Iacovo), 52 anni, di Montesarchio.

Una estorsione al titolare di un'impresa edile di Sant'Agata è contestata, in concorso con altri, a Landolfo, una tentata estorsione a due imprenditori edili di Airola e Caserta è invece addebitata, sempre in concorso, a Saturnino e Razzano, e ad Oropallo e Mango, mentre Rizzo è stato chiamato in causa, con altri, per porto di armi e minaccia ad una persona.

Mango e Oropallo vengono tirati in ballo, con gli altri sei, e a vario titolo, nel capitolo che riguarda gli stupefacenti.

L'inchiesta, corroborata da intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, dalle immagini delle telecamere e dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, ritine di aver complessivamente ricostruito le modalità operative del clan Pagnozzi e delle sue ramificazioni in Valle Caudina.