di Paola Iandolo
Saranno discussi davanti ai giudici della VI Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione i ricorsi contro le misure cautelauri per l'ex sindaco di Avellino, Gianluca Festa. I legali dell'ex primo cittadino - gli avvocati Luigi Petrilllo e Dario Vannetiello, quest'ultimo nominato solo per la Cassazione - hanno presentato sia il ricorso contro la misura del 18 aprile confermata dal tribunale del Riesame di Napoli, sia il ricorso per Saltum contro la misura cautelare notificata il 10 luglio dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino e dai militari dell’aliquota di Pg delle Fiamme Gialle presso la Procura di Avellino. I giudici della Corte della Cassazione sono chiamati a valutare la sussistenza delle esigenze cautelari per l'ex primo cittadino, agli arresti domiciliari.
La prima misura scattò per il tentativo di depistaggio
Relativamente alla condotta dell'ex sindaco sul depistaggio delle indagini, dagli atti emerge che lo stesso, dopo aver appreso del blitz dei carabinieri nelle stanze dei dirigenti (in data 29 febbraio e 1 marzo 2024), qualche giorno dopo, il 4 marzo, chiama un investigatore privato per avviare operazioni di ricerca di eventuali microspie presso l'ufficio del sindaco, operazioni che dimostrano come Festa, avendo in animo di far sparire il computer e i documenti, volesse accertarsi preventivamente dell'inesistenza di apparecchi che registrassero quanto avveniva all'interno dell'ufficio (tentativo che, tuttavia, non ha sortito l'effetto sperato, atteso che le microspie hanno ripreso interamente l'attività di depistaggio). Il giorno dopo smonta computer e altro materiale informatico e lo carica dentro a degli scatoloni e lo consegna a un uomo, non identificato, all'esterno dell'hotel del la ville. L'ordinanza contiene altri particolari relativi al concorso per vigile urbano. Si cerca di capire se siano state agevolate persone e soprattutto in cambio di cosa.
I presunti episodi corruttivi che hanno fatto scattare la seconda ordinanza degli arresti domiciliari
Sono quattro gli episodi corruttivi contestati ai sei indagati dagli inquirenti di Piazzale De Marsico. A loro avviso l’ex sindaco Festa, l’architetto Guerriero e i tre imprenditori M.C. di Sturno, F.A.C di Guardia dei Lombardi, E.P. di Avellino residente a San Martino Valle Caudina sottoposti a misura si sarebbero accordati per porre in essere un patto corruttivo che prevedeva delle specifiche dazioni di denaro in cambio di appalti per i lavori relativi alla “Riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica-Ambito Bellizzi” e di un “Nuovo Impianto Polivalente S. Pio Pietralcina” oltre ai lavori per la Porta Est. Per questi lavori secondo le ipotesi investigative dopo una prima dazione di cinquemila euro, consegnata dall’imprenditore che si era aggiudicato l’appalto a Fabio Guerriero ne sarebbero stati versati altri ventimila.