Benevento

AGGIORNAMENTO 1 OTTOBRE

Torna ai domiciliari, su decisione del Tribunale, dinanzi al quale è a processo,  Vincenzo Cinque (avvocato Antonio Leone), 25 anni, di Benevento, che il 20 settembre era stato condotto in carcere per l'aggravamento della misura alla quale era sottoposto nell'inchiesta sulle torture. L'aggravamento era scattato dopo che il giovane era stato arrestato per droga, ma rimesso in libertà dopo l'udienza di convalida.

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AGGIORNAMENTO 20 SETTEMBRE

Ha respinto gli addebiti, Vincenzo Cinque (avvocato Antonio Leone), 25 anni, di Benevento, arrestato per una ipotesi di spaccio di 15 grammi di hashish. Lo ha fatto nel corso dell'udienza di convalida dinanzi al gip Loredana Camerlengo, rispedendo al mittente - un consumatore - l'accusa di essere stato lui a  vendergli la 'roba' che i carabinieri gli avevano sequestrato dopo averlo fermato. Al termine, il giudice lo ha rimesso in libertà per questa vicenda - la Procura aveva proposto la custodia a Capodimonte-, ma nel frattempo il giovane era stato trasferito in carcere dopo l'aggravamento della misura - i domiciliari- alla quale era sottoposto per l'inchiesta sulle torture.

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Lo hanno arrestato per detenzione ai fini di spoaccio di stupefacenti. E'0 l'ipotesi di reato contestata dai carabinieri a Vincenzo Cinque (avvocato Antonio Leone), 25 anni, di Benevento, sottoposto ai domiciliari, dopo essere stato fermato dai militari, su disposizione del pm Marilia Capitanio.

Il nome del giovane, come si ricorderà, era rimbalzato all'onore delle cronache a marzo, quando, al pari di altre tre persone, era stato colpito da una ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari adottata nell'inchiesta del pm Giulio Barbato e dei carabinieri sulle torture di cui sarebbero rimasti vittime tre giovani sanleuciani.

Quando i militari gli avevano notificato il provvedimento, per lui era scattato anche un arresto in flagranza per droga: durante la perquisizione erano stati rinvenuti 80 grammi tra hashish, cocaina e marijuana, oltre ad un bilancino. Tre involucri, contenenti oltre un grammo di cocaina, erano stati invece recuperati in caserma, dove il 25enne avrebbe provato a liberarsene, gettandoli sul pavimento.

Per la storia delle torture il processo è già in corso a carico di tre imputati – un quarto ha scelto il rito abbreviato- e il 1 ottobre vivrà una nuova udienza.