Non si ferma l'onda mediatica che ha travolto, con difformi benefici, l'ex ministro Gennaro Sangiuliano (Genny per gli amici e non solo) e Maria Rosaria Boccia (si abbia cura di non appellarla come "persona", "signora" o, men che meno, "tipa"). Cerco di tenermi ben lontano dall'agone gossipparo a cui non sono avvezzo, e ancor di più da quello moralistico e ipocrita di un mondo - informazione o voyeurismo che sia - che a occhio e croce non dovrebbe neanche permettersi di alzare un dito per chiedere di intervenire sull'argomento.
Viviamo tutti vite normali, non ci compiaciamo di esternare un potere che nessuno ci ha concesso - men che meno se la parte che recitiamo è quella di un politico di professione - né guardiamo con concupiscenza asservita a nomine o prebende. Sappiamo benissimo che la vita è (quasi sempre) un "do ut des", tanto più se sono in gioco vanagloria, arrivismo e followers. I soldi pare vengano dopo, ma nessuno ci crede poi tanto.
Un sessantenne di 40 o 50 anni fa (lo ricordo bene) era più decorso di me, di tutti noi, qualunque fosse il ruolo che recitava nella società. Questo è il primo punto all'ordine del giorno. Noi maschietti oggi siamo immensamente giovani - a qualunque età - e pronti a manifestare senza tema di smentita il nostro fascino posticcio e grottesco. Ancor più se a certificarcelo è una donna di 20 anni più giovane, bella, bionda, scaltra e spregiudicata di noi. Che importa se sei un ministro della repubblica italiana e dovresti mantenere un contegno proporzionale a un ruolo che in ogni ambito ti trascende. Non ci sono i tuoi figli a cui dare un esempio, ma tutto il popolo italiano. Certo anche a questo bisogna essere avvezzi.
Chi - più al centro e a sinistra che nella nuova destra - ha esercitato il potere (a furor di popolo o meno) lo sa come si fa. Si favorisce, si avalla, si nomina, ma dietro le quinte e, soprattutto, non si cambia idea, tanto più se la bencapitata di turno non ha titoli professionali (certi) adeguati.
Quelli veri della scelta vanno (si sa) regolarmente omessi. Quanto alle competenze della "consulente per tutte le stagioni" di cui la signora Boccia - visti gli ultimi sviluppi che escluderebbero acquisizioni di titoli di studio magistrali per la nostra graziosa conterranea possiamo evitare almeno di chiamarla dottoressa - sarebbe stata sprovvista, è ridicolo porli ora in risalto: bisognerebbe riscrivere tutta la storia italiana, dalla commissioni dentro e fuori le istituzioni, alle fondazioni, ai consigli di amministrazione delle miriadi di partecipate, fino alle municipalità più sperdute dello stivale. Meglio fermarsi qua.
E allora cosa ci resta? Veniamo così al secondo punto all'ordine del giorno. È molto rischioso fare della bella pompeiana un simbolo di riscatto politico della sinistra in affanno, si corre il rischio di commettere lo stesso errore dell'ex ministro, quello di sfruttarla per i propri fini e poi abbandonarla alla sua sorte, che a quanto pare non coinciderebbe con quella dei suoi desiderata. Si replicherebbe, di fatto, il comportamento ipocrita, opportunistico e pericoloso tanto stigmatizzato in Sangiuliano. Allora, prima che si riveli un boomerang per l'intellighenzia progressista schierata al gran completo su La7, qualcuno ponga un freno di saggezza, sobrietà, rispetto (per la signora e per tutti noi), moderazione e buongusto alla deriva inarrestabile che si è impadronita di questo paese da operetta, da cui nessuno - a destra come a sinistra - può dirsi ad oggi legittimamente escluso