Napoli

La questione dell’Università di Scampia a seguito della tragedia consumatasi nella Vela Celeste, non ha ancora un decorso regolare, anche in considerazione delle proteste messe in atto dai residenti sfollati della struttura oggetto dei crolli, poi rientrate.

L’area circostante la vela, come la zona del crollo è in fase di sistemazione, per cui le criticità esistono ancora soprattutto in relazione a quei nuclei familiari che non hanno ancora una sistemazione definitiva.

“Il nuovo polo universitario a Scampia, con i corsi di laurea triennale e magistrale delle professioni sanitarie, va assolutamente salvaguardato - sottolinea l’economista Gianni Lepre - nell’interesse  della Federico II e degli stessi residenti del quartiere”.

"La notizia di qualche settimana fa che ci ha rincuorato - continua poi Lepre  - è che le famiglie che avevano occupato degli spazi del nuovo complesso universitario di Scampia, a seguito della tragedia e dell’abbandono forzato delle loro case, hanno accettato di abbandonare il loro ‘accampamento’ improvvisato nell’università, rispondendo pacificamente all’invito di prefettura e amministrazione comunale.

In questo senso c’è solo da applaudire all’encomiabile sinergia che è intercorsa tra le Istituzioni e la cittadinanza, con il governo che ha stanziato dei fondi per venire incontro all’esigenza degli abitanti di cercare un nuovo alloggio".

Lepre ha poi concluso: "E’ fondamentale che l’Università, uno dei cuori pulsanti della nuova Scampia, quella del riscatto, possa riprendere regolarmente l’attività accademica e garantire a tutti il diritto allo studio e alla promozione di se e del territorio".