Salerno

In occasione dell’inizio dell’anno scolastico 2024/2025, l’arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno, Sua Eccellenza Monsignor Andrea Bellandi, ha indirizzato al mondo della scuola il suo augurio di buon lavoro.

Di seguito, il testo integrale della lettera scritta da S.E. Monsignor Bellandi per studenti, professori e personale non docente:

Carissimi/e,

con l’inizio del nuovo anno scolastico termina il periodo delle vacanze estive, un tempo nel quale – chi più, chi meno – ognuno di voi ha avuto maggiormente la possibilità di avere del tempo “libero”, in cui poter fare quello che gli piaceva. Soprattutto per voi ragazzi, l’estate è il tempo del divertimento, del gioco, del ritrovarsi con gli amici, del poter andare al mare o in montagna, o visitare luoghi non conosciuti. Tutti noi, ammettiamolo, ci siamo sentiti più liberi in questo tempo estivo! Un tempo che potremmo definire “straordinario” rispetto all’ordinarietà del quotidiano.

Ma ora ricomincia il tempo solito, ordinario, fatto di impegni scolastici, lezioni da preparare, libri da studiare, orari prefissati, colleghi o compagni di scuola che non ci siamo scelti e che ci possono risultare più o meno simpatici. E questo vale per tutti, studenti, professori, personale della scuola. D’altra parte, se ci pensiamo bene, la vita stessa è costituita ¬– nella quasi totalità – di circostanze, doveri, situazioni da affrontare che, nella maggioranza dei casi, non abbiamo deciso noi; anche le persone che ci circondano quotidianamente spesso non le abbiamo scelte noi, ma ci sono state “date”. Se riflettiamo un momento, perfino la nostra stessa persona è fatta di aspetti che non sono dipesi da una nostra volontà, ma che abbiamo “ricevuto”: il luogo dove siamo nati, la nostra famiglia, il carattere che abbiamo, le capacità o i limiti che ci appartengono, il nostro stesso corpo. 

Cosa voglio dire con tutto ciò? In punta di piedi mi permetto di dire che davanti a voi – ma anche davanti a me, ogni giorno – sta una grande sfida: imparare a “guardare” con curiosità e positivamente quello che ci è dato e con il quale la nostra vita è chiamata a confrontarsi, perché può diventare una grande occasione per crescere e imparare qualcosa di nuovo del grande mistero che è l’esistenza, per scoprire aspetti e potenzialità di noi stessi che prima non pensavamo di avere. Quando il vescovo vietnamita Francesco Saverio Nguyên Van Thuân era in carcere - trascorse 13 anni in prigione, dal 1975 al 1988 - la sua scelta fu: «Vivo il momento presente, colmandolo di amore»; e il modo con il quale si concretizzava questo era: «Afferro le occasioni che si presentano ogni giorno, per compiere azioni ordinarie in un modo straordinario». Se perfino in quelle condizioni estreme, in cui lui si trovava, era possibile “vivere con libertà e amore”, anche per noi, nelle nostre giornate, si apre la possibilità di sperimentare che ciò che ci sta davanti -e che magari avevamo visto mille volte con fastidio o noia - acquisti improvvisamente un’intensità di bellezza che ci stupisce e incanta, al punto che l’ordinario diventa straordinario, facendoci scoprire che nel rapporto con ogni cosa, persona o circostanza, c’è la possibilità di amare ed essere liberi.

Sentire la pienezza della vita nelle piccole cose di ogni giorno, vivere con intensità ogni nostra esperienza, ricercare ciò che è buono per noi stessi e per gli altri, e non solo ciò che è immediatamente utile: questo procura la gioia autentica. Una giovane donna senese del 1300, Caterina, che la Chiesa ha proclamato santa e patrona dell’Italia e dell’Europa, scriveva in una sua lettera: «Non accontentatevi delle piccole cose. Dio le vuole grandi»! Concludendo queste riflessioni, il mio augurio a tutti voi, in occasione di questo nuovo anno scolastico, è quindi che le vostre giornate diventino davvero “grandi”!

Buon inizio d’anno a tutti!