E' inutile negarlo, quell'arbusto secco adagiato davanti al cancello che delimita l'accesso al sito dell'antica villa romana a S. Agata di Solofra ha un forte contenuto ironico. Su quell'area sono stati avanzati tanti progetti, l'ultimo in ordine di tempo è stato quello degli orti sociali, di fatto però a prosperare sono state solo le erbacce ed i rifiuti. Non c'è nemmeno nessuno che si prenda la briga di tenere il cancello chiuso, così tanto per scoraggiare quanti volessero danneggiare il sito archeologico, visto che la serratura danneggiata non è mai stata sostituita. Ed anche il cartello che individua il sito archeologico è sbiadito ed in parte danneggiato. La villa romana è la testimonianza di una delle tante "villae" cioè fattorie abitate da contadini-soldati che sorsero lungo la "via antiqua qui badit ad Sancta Agate" e che avevano il doppio ruolo di difendere le terre e di coltivarle. La più grande di queste abitazioni rustiche romane fu quella di Tofola di S. Agata e si trovava sotto Castelluccia. Nel sito santagatino è ancora visibile la pianta dell'antica villa. Un punto che potrebbe essere meglio valorizzato e sfruttato ma che di fatto resta abbandonato a se stesso, stretto fra abitazioni di recente costruzione che negli anni gli sono spuntate attorno.
G.A.