Per indicare una follia da noi si direbbe «Pasqua viene di sabato». Ma lui, Nicolàs Maduro, un altro dei leader che si autonominano barando alle elezioni, è andato oltre. Ha disposto che per quest'anno il Natale arrivi a ottobre. Già. Come nelle serie televisive dedicate all'antica Roma, quando alle rivolte del popolo che chiedeva pane i Cesari rispondevano organizzando giochi e massacri nel Colosseo. Il Natale anticipato come distrazione per l'insoddisfazione generale.
Maduro è alle prese con un blackout nazionale che ha messo in ginocchio il Venezuela. Un'economia distrutta. Un'elezione presidenziale ampiamente contestata. Una popolazione terrorizzata dal suo leader autocratico e dalle sue forze di sicurezza sempre più violente. E allora cosa s'inventa?
«La stagione delle vacanze inizierà il 1° ottobre di quest'anno», ha annunciato lunedì nel suo programma televisivo "More with Maduro", dicendo a un pubblico amichevole che stava anticipando l'inizio delle vacanze per mezzo di un decreto nazionale. E giù uno scroscio di applausi tra i presenti: una folla composta dalla moglie e da funzionari statali, che se non battono le mani il giorno dopo magari spariscono, come accade in Corea del Nord.
«Pace, felicità e sicurezza» sono le distrazioni che Maduro utilizza da quando è al potere: dal 2013. Ma stavolta l'annuncio, arrivato in mezzo a così tanti disordini nazionali, ha solo sottolineato il divario tra la narrazione del governo, secondo cui il Venezuela sarebbe vivo e fiorente, e la realtà di tutti i giorni.
Un giornalista di Univision, Félix de Bedout, lo ha definito "delirio del dittatore". La felicità per decreto presidenziale o Pasqua che viene di sabato.