La decadenza non è più di moda a Scafati. Dopo l’inchiesta della Dia, che ha coinvolto anche il sindaco Pasquale Aliberti, la maggioranza frena gli entusiasmi sull’ipotesi di tornare a votare in anticipo.
Di questo, e soprattutto del blitz di venerdì, se n'è parlato nella riunione di coalizione indetta dal primo cittadino ieri sera alle 19 a Palazzo Mayer.
Un summit già programmato prima che il ciclone giudiziario si abbattesse sulla città dell’Agro, con le prospettive che, ovviamente, erano ben altre per gli alibertiani. Ora la paura di non vincere le elezioni, dopo le pesanti accuse che hanno coinvolto i vertici della classe politica cittadina, è diventata più forte del desiderio di conquistare il terzo mandato.
Ragion per cui il concetto di voto anticipato è sparito dal vocabolario dei fedelissimi del sindaco di Scafati.
Soprattutto se si ragiona con i numeri alla mano. Perché con la maggioranza risicata, vedi le defezioni di Pasquale Coppola, Stefano Cirillo e Pasquale Vitiello, il sindaco non potrebbe nemmeno fare affidamento sui cosiddetti “alleati esterni”.
L’inchiesta della Dia, almeno da questo punto di vista, è servita a con-gelare rapporti che ormai parevano ben cementificati tra il centrodestra che governa la città e quella parte di “opposizione costruttiva”, come piace chiamarla al sindaco. Qui il pensiero corre subito a Michele Raviotta, il consigliere di opposizione in quota Cotucit, che dopo aver chiesto, in più occasioni, un confronto sul programma per la città, ora sarebbe pronto a governare fino alla scadenza naturale del secondo mandato del sindaco Aliberti (nel 2018). Identica situazione anche per Angelo Matrone di Fdi e Filippo Quartucci del Pd, che negli ultimi mesi, seppur non in modo eclatante, avevano dato la loro disponibilità ad accontentare la voglia di elezioni dell’amministratore di Forza Italia.
Redazione Sa