Napoli

 "Un vento di dolore, sofferenza e rabbia soffia più forte sulla comunità nel ricordo del compianto Giogiò ad un anno dalla sua scomparsa, ucciso da un suo coetaneo. In questo tragico evento luttuoso che ha annichilito e lastricato a terra i genitori e la sorella, la comunità ha avuto una rapida risposta giudiziaria, ma quella che interpella la coscienza di ognuno ed invoca un cambio di passo, soprattutto tra i giovani e giovanissimi, è affidata ad ogni persona, alle diverse sensibilità, a coloro che sfidano il quotidiano per sconfiggere ogni forma di rassegnazione".

Lo ha detto il prefetto di Napoli, Michele di Bari, nel corso della cerimonia che si è svolta in piazza Municipio, a Napoli, ad un anno dall'omicidio di Giovan Battista Cutolo. "Bisogna evitare che la tragedia resti relegata in un angolo di cronaca giudiziaria; è l'ora di un poderoso sussulto che reclama una singolare attenzione su una morte, come altre avvenute in un modo così assurdo, allo scopo di rendere anche visibile il perseguimento di nuovi obiettivi per irrobustire la coesione sociale", ha proseguito il prefetto. "La morte di Giogiò ha innescato sentimenti di vivo sconcerto anche per le modalità con cui l'atto esecrabile è avvenuto, in cui è prevalso "il mai visto", "l'inaudito". Allora, lo squarcio che si apre nella coscienza collettiva va oltre la morte per riproporre nell'umano un dolore capace di inondare gli interstizi in cui spesso precipita l'uomo, trasformandolo in azione concreta di riscatto sociale, memoria e forza vivificante", ha concluso.