Benevento

Al termine del calcio mercato è usuale eleggere una regina, assegnando anche una votazione alle migliori. Un esercizio che si basa molto sulla teoria, sulla stima che si nutre per i giocatori chiamati a rinforzare una squadra, ma che poi passerà al vaglio insindacabile del campo. E' lì che si capirà se la teoria ha camminato di pari passo con la pratica o se, come spesso accade, c'è qualche società che ha navigato sott'acqua ed è riuscita ad allestire la squadra dei sogni. E' capitato lo scorso anno alla Juve Stabia, dominatrice del girone C di Lega Pro. Le mire delle vespe erano quelle di una salvezza tranquilla, invece alla fine del campionato si sono ritrovate a festeggiare la promozione in B.

IN POLE. In un'ipotetica griglia di partenza per la promozione, in questa stagione non possiamo che mettere ai primi posti Catania, Trapani e Avellino. Gli etnei, affidati alle sapienti mani di Daniele Faggiano, hanno operato (con una pausa di riflessione che ha messo in agitazione i tifosi) come se si trattasse già di una squadra di B. L'ultimo colpo è a sensazione per la C: quello di Roberto Inglese, sei campionati di serie A, svariati di B. Gli ultimi anni del 33enne attaccante di Lucera non sono stati granché brillanti (l'anno scorso 14 partite e un gol nel Lecco), ma il nome è altisonante per la Lega Pro, come lo sono quelli dei vari Verna, Di Tacchio, Di Gennaro, Montalto, De Rose, Anastasio.

La matricola Trapani ha praticamente rifatto la squadra della D, inserendo elementi di sicuro affidamento, da Kanoutè a Carraro, da Seculin a Celiento, da Marsico a Bifulco, Carriero, Valietti, fino ad arrivare a Lescano (35 gol nelle ultime due stagioni in C: 19 a Pescara, 16 a Trieste) e Silvestri. In ultimo anche Benedetti è andato a rinforzare la rosa dei siciliani.

In pole dovrebbe esserci anche l'Avellino, nonostante lo scivolone iniziale di Picerno. Sull'inquadratura forte dello scorso campionato ha innestato elementi del valore di Iannarilli, Tribuzzi, Sounas, Toscano, Redan, Enrici. Sta ora a Pazienza (già nel mirino dei tifosi) assemblarli al meglio.

BENEVENTO. Dietro le tre battistrada c'è certamente il Benevento, che ha dovuto cambiare giocatori e strategie in corso d'opera, per via di qualche disgraziato infortunio (Nardi su tutti, poi Simonetti e ancora Meccariello). Se Viviani e Acampora, oltre al trio d'attacco (Lamesta, Manconi e Lanini) e gli ultimi arrivati Oukhadda e Borello dovessero tenere fede alle aspettative, la strega terrà testa fino alla fine alle favorite.

OUT SIDER. Ce ne sono tante e tutte pericolose. La prima che ci viene in mente è il Cerignola di Raffaele che presenta un attacco di lusso con Cuppone e Salvemini. Ma attenti al Foggia, che strada facendo ha costruito una squadra che può dire la sua nelle zone alte: al duo ex Messina Zunno ed Emmausso, il diesse Roma, ha aggiunto il capocannoniere dello scorso campionato, Jacopo Murano. Senza contare i vari Danzi, Camigliano e Da Riva. Con la ciliegina finale del centrocampista Gargiulo, che appena quattro anni fa vinceva la serie B nelle file del Lecce. In questo gruppo è da tenere d'occhio anche il Crotone, affidato alle mani pratiche dell'ex Picerno Longo. Così come più di una considerazione merita proprio la lucana Picerno, capace di rigenerarsi nonostante le cessioni (Via Murano, preso Volpicelli dal Pineto e subito doppietta all'Avellino) e di puntare ancora ad un campionato brillante con Tomei in panca. Occhio anche a Latina (Ndoj, Peterman, Crecco, Bocic, Martignago), e al Potenza (Felippe, D'Auria, Riggio, Rosafio, Milesi).

FUORI BUDGET... Mentre un discorso a parte merita la Juventus Next Gen. Ieri ha vinto a Caserta con un gol del suo gioiello Papadopoulos, il greco prelevato dal Genoa in prestito per 500mila euro e che ha un riscatto fissato a due milioni e mezzo. Complessivamente la società bianconera dovrebbe aver speso una cifra vicina ai 17 milioni per allestire la rosa Next Gen (oltre ad una gestione di 9 milioni). Si capisce che, al di là della commistione con la prima squadra (e col saldo attivo che è capace di procurarsi) si tratta di cifre che nessuna società di C può far circolare. Tale da considerare la presenza delle “seconde squadre” in C un affare solo per loro, non certo per la categoria che ne risulta altamente falsata.