Avellino

Lo scatto in alto ha una data: domenica 25 agosto alle 11 di mattina. Ma quello che ritrae ne ha un'altra: prima settimana di luglio. L'impatto è di quelli che ti colpiscono perché l'incivile (ma anche un po' imbecille) che si è liberato del ciarpame di qualche cantina svuotata in fretta non solo lo ha fatto lungo un sentiero altrimenti percorribile, ma ha scelto, come calibro adeguato della sua inciviltà, il cartello dove l'amministrazione comunale di Avellino mostra il cantiere dei fondi impegnati per ridare all'alveo del torrente Fenestrelle quel minimo di valore legale.

Ora qui la questione è cornuta. Se uno decide che la svolta green dev'essere un tratto della propria gestione, allora non può consetirsi che per due mesi questi rifiuti restino senza che nessuno ne muova un grammo. Basterebbe una telefonata alla De Vizia (ovviamente da palazzo di città) e fare in modo che vengano portati via. Poi, visto che questa zona della città è l'unica che ambientalmente potrebbe portare a sviluppi, a nuova vivibilità, dovrebbe essere impegno dell'assessorarto al ramo studiare videotrappole che, almeno nell'area perimetrale del considdetto parco, questi scempi vengano prevenuti, se non sanzionati.

In verità, di parco del Fenestrelle ne sentiamo parlare da più di trent'anni, con alterne fortune. Nel frattempo, tutto quello che di verde c'era in città è stato fagocitato dal cemento. Il torrente doveva essere liberato dagli scarichi fognari illegali come opera primaria per un disinquinamento di tutta l'area. Questo non è affatto avvenuto e basta seguirne il tratto fino a "Gradelle tintiere" per capire la portata dell'illegalità. Sui depuratori megliop stendere un pietoso velo.

Il Fenestrelle è l'ultima fermata per chi ha un minimo a cuore il futuro di questa città. E non possiamo permettere che il primo fesso che passa ci sputi sopra, perché non sa neanche che c'è un'area attrezzata dove scaricare (senza costi) quel materiale. Magari uno può iniziare mettendo dei cartelli, sperando che il fesso sappia almeno leggere.