Avellino

Il diabete è causa di alterazione dei parametri ossei, sia dal punto di vista quantitativo che da quello qualitativo. I meccanismi responsabili di questi effetti sono differenti nel diabete di tipo 1 (DT1) e nel diabete di tipo 2 (DT2). Il punto in comune tra questi due tipi di diabete è un aumento di rischio di fratture che necessita un’adatta valutazione.

Le anomalie ossee nel DT1 e nel DT2 consistono in un debole rimodellamento, con una tendenza ad un aumento della densità minerale ossea (DMO) nel diabete di tipo 2 (DT2) al contrario del diabete di tipo 1 (DT1) nel quale la stessa è diminuita. I trattamenti di fondo del diabete possono influenzare la densità minerale ossea (DMO) e il rischio di fratture con effetti diversi secondo il tipo di terapia.

I trattamenti anti-osteoporotici peraltro sembrano dimostrare un’efficacia paragonabile nelle persone diabetiche in rapporto alla popolazione generale. Gli effetti dei trattamenti anti-osteoporotici, e specificamente nel soggetto diabetico, sono poco conosciuti. Alcuni trattamenti hanno un’efficacia equivalente a quella costatata nei non diabetici: si tratta dei SERM (Selective Estrogen Receptor Modulator) e dei bifosfonati. Lo studio “Fracture Intervention Trial” (FIT) ha paragonato l’efficacia dell’alendronato in 6458 donne in menopausa randomizzate per ricevere l’alendronato 5 mg al giorno per 2 anni, poi 10 mg al giorno, o un placebo.

Si è evidenziato un aumento della densità minerale ossea (DMO) del 6,6% nel rachide lombare e del 2,4% nelle anche. Il risultato era lo stesso nei diabetici e nei non diabetici. Una coorte danese non ha ritrovato alcuna differenza significativa nell’efficacia anti- frattura dei biofosfonati e del raloxifene tra i pazienti diabetici e i non diabetici, né tra i pazienti con diabete del tipo 1 (DT1) e quelli con diabete del tipo 2 (DT2). Il diabete dunque sembra non disturbare l’effetto anti-frattura dei biofosfonati e del raloxifene. L’efficacia del teriparatide (analogo del paratormone) è stata valutata nello studio di osservazione “Direct Analysis of Nonvertebral Fractures in the Community Experience” (DANCE). L’analisi di 4042 pazienti, 92 con diabete di tipo 2 (DT2), ha dimostrato una riduzione netta dell’incidenza di fratture nel tempo, un aumento della densità minerale ossea (DMO) e una diminuzione dei dolori lombari post-frattura paragonabile nelle persone diabetiche con quelle non diabetiche. Il recupero di massa ossea dopo la terapia era superiore a livello del collo femorale nei diabetici.

La sorveglianza e la cura dei diabetici di tipo 1 (DT1) e dei diabetici di tipo 2 (DT2) si basa principalmente sulla prevenzione del rischio di cadute, frequenti in questa popolazione. Le cause multifattoriali devono essere prevenute e/o trattate: ipoglicemie, neuropatia, arteriopatia, disturbi della vista. In complemento, la pratica di un’attività fisica regolare permette di ridurre il rischio di cadute e di limitare la perdita ossea nelle persone anziane. 

L'autore è medico - endocrinologo