Napoli

Facevo fatica - lo confesso - ieri a scrivere il pezzo inaugurale di questo campionato. Mi sarebbe venuto più naturale tacere, e aspettare. Vedere che piega avrebbero preso gli eventi calcistici del solo torneo (o quasi) che il Napoli disputerà in questa stagione. Ma non si poteva. Un giornalista ha il dovere di esserci, anche con i suoi umori, i suoi dubbi e i suoi rimproveri (qualora siano meritati). Così mi sono industriato per non apparire né un disfattista a oltranza né un ottuso bastian contrario.

Confesso che avevo letto con attenzione tutti gli interventi a favore di Antonio Conte e delle sue (ribadisco le sue) scelte, pubblicati dalle più importanti firme del giornalismo sportivo campano e nazionale (qualcuno anche con astuzia e perfidia), ma non mi avevano convinto. Neanche uno. Mi son detto: "non mi resta che aspettare l'ora fatidica" - le 18.30 del 18 agosto - "e avremmo saputo da quale parte pendeva la bilancia". La sfida, insomma, era lanciata: io contro il resto del mondo (sportivo, per carità)! La conferenza stampa prepartita, del resto, più che rasserenarmi mi aveva terrorizzato. Come avrei mai potuto avallare frasi agghiaccianti come - "Il presidente ha parlato di ricostruzione. Io ho fatto le mie valutazioni e gli do perfettamente ragione, c'è bisogno di una ricostruzione totale, dalle fondamenta". "Anno zero", insomma, lo ha detto più volte (per non parlare della parola "mantra" usata in qualunque contesto e (quasi) senza una precisa ragione. E per fare tabula rasa, dissodare tutto il dissodabile e seminare c'era bisogno di uno da 6.5 milioni netti all'anno e contornato pure da uno staff di una quarantina di loro, fratello e amico Oriali compresi? E che dire di - "Sarà un'annata dove dovremo prepararci a soffrire, tutti insieme, compatti, nella sofferenza dovremo essere uniti e dare il massimo". Un'altra? Oddio, mi aiuta a dire quanto sopra! E infine - "Mi aspettavo sorprese positive, ma ho avuto difficoltà a trovarne. Mi aspettavo di meglio, ma siamo qui per fare valutazioni col club in maniera obiettiva, sapendo che non si può fare tutto subito e bisogna andare per gradi".

Non c'è che dire, proprio un bell'incoraggiamento per chi cominciava un nuovo percorso! Ma ora basta con i processi alle intenzioni, torniamo ai fatti. E i fatti dicono: un Napoli brutto, più simile a quello dell'anno scorso che a quello di due anni fa. Ci capisce poco il Napoli, del resto è quello che è e gioca pure senza Osimhen. Qualcosa mi dice che nella mia lotta contro tutti era più facile che vincessi piuttosto che perdessi. Insomma, era facile.