Il ministro Calderoli ha dichiarato che il Veneto, per i servizi, spende la metà della Campania. Il Veneto ha una popolazione di 4,8 milioni di abitanti, mentre la Campania ne ha 5,6 milioni. I dipendenti pubblici, per ogni 100.000 abitanti, nel Veneto sono 4.708, mentre in Campania sono 5.075. Questi dati, aggiunti a quelli che conosco sull’inefficienza di molte amministrazioni,a partire da quella della Regione Campania, mi hanno spinto a riportare alcuni fatti,dei quali sono stato testimone. Nel 1982, ero presidente delle C.M. Partenio. Un giorno arriva un signore e mi comunica di essere un dipendente delle Regione Campania e di essere stato trasferito alla Comunità Montana Partenio. Gli chiesi la sua qualifica, per decidere come responsabilizzarlo. Rispose: “Sono uscire”. Mi posi il problema di trovargli un incarico adeguato. Dopo aver pensato e ripensato, decisi di incaricarlo di curare i rapporti con l’Ufficio Postale, spedizione e ritiro della posta. Nei giorni seguenti, quando c’era un’esigenza, manifestava quasi fastidio. Dopo tre mesi, si presenta in Presidenza e mi comunica che aveva chiesto di tornare in Regione ed era stato accontentato ed aggiunse :Presidè, devo comunicarvi che lunedì prossimo, torno in Regione. Siccome era di Cervinara, che dista appena 15 Km da Pietrastornina, gli dissi: Ti conviene? La mattina ti devi alzare prestissimo per arrivare a Santa Lucia. Presidè, io devo solo arrivare a Napoli, poi non faccio niente. Voi, mi avete dato un incarico di lavoro. Restai bloccato e dissi solo : “Povera Campania, come spende i soldi dei cittadini”.
Un pomeriggio estivo degli anni 60, ero in piazza e notai che, nonostante fosse ancora giorno, l’illuminazione pubblica era già accesa. Per curiosità, la mattina seguente cercai di capire a che ora l’illuminazione veniva spenta. L’alba era alta e l’illuminazione era ancora accesa. Dopo due anni, diventai assessore comunale e la prima cosa che feci fu leggere il contratto di appalto, che era stato rinnovato da poco. Restai basito, quanto vidi confermato che l’Impresa Matera veniva pagata in base al consumo. Mi fu chiaro l’intrallazzo tra il Sindaco e l’Impresa. Chiesi la convocazione del Consiglio Comunale e riuscii a far cambiare le condizioni, con una riduzione della durata dell’illuminazione accesa di 3 ore al giorno. Il risparmio fu notevole.
All’epoca della costruzione degli impianti comunali per l’erogazione del metano, il Sindaco aveva data la sua adesione ad un contratto per la costruzione e gestione dell’impianto del metano. Nella riunione di Giunta propose di approvarlo. Pretesi che la proposta venisse discussa in Consiglio. Nella riunione consiliare, il rappresentante dell’Impresa, completata l’illustrazione delle condizioni contrattuali, attendeva il giudizio dei consiglieri. Il Sindaco propose l’approvazione. Chiesi la parola per esporre il mio parere. Rivolgendomi all’ingegnere, dissi: “Il contratto che ci proponete prevede che, dopo 15 anni, il Comune deve acquistare l’impianto. Nei Comuni di Pordenone, Bergamo, Pistoia e Bari, dopo 15 anni, l’impianto passa gratuitamente al Comune. Alla fine, il contratto non fu approvato.
Nel 1981, la Giunta Provinciale di Avellino, accogliendo la richiesta dei sindacati, si impegnò a pagare alla Banca Sannitica gli interessi sui prestiti che la Banca concedeva ai dipendenti della Provincia. Immaginate il costo. Da Segretario Provinciale del PSI, feci annullare il contratto. Potrei continuare. Ho sempre pensato che una delle ragioni dei problemi del Meridione sia la disonestà di molti amministratori. Perciò, sono per l’autonomia, sperando che il popolo apra gli occhi e valuti la qualità e il costo dei servizi.