Napoli

Tre ore, poco più. Poi comincerà ufficialmente l'era Conte a Napoli, quando l'arbitro Bonacina di Bergamo darà alle 21 e 15 il fischio d'inizio di Napoli Modena, prima di Coppa Italia al Maradona.
Non ammetterà disattenzioni Conte, ovviamente: il Modena è una squadra di media classifica di B, buona parte dei calciatori che andranno in campo in maglia azzurra invece sono stati campioni d'Italia quindici mesi fa, e dunque se c'è una cosa che Conte non tollererà saranno scene simil Napoli – Frosinone dell'ultima Coppa Italia.
Per questo la rosa è sotto rivoluzione: mancheranno cinque calciatori già con la valigia in mano, Osimhen, Cajuste, Gaetano, Folorunsho e Mario Rui, potrebbero essere altrettanti ad aggiungersi alla lista dei partenti, Cheddira, Juan Jesus, Ngonge, Zerbin, Contini.

Partenze e permanenze le decide il mister, nessun altro: saranno sue le responsabilità se le cose andranno male, sue se invece la sua creatura, il nuovo Napoli, funzionerà. Come giusto che sia. 
Simbolico in tal senso siano andati via Lindstrom e di fatto Cajuste e  che non siano stati riconfermati Traorè e Dendoncker (e ci mancherebbe): dovessero andar via anche Ngonge e Natan sarebbe una bocciatura pressoché totale di tutta la campagna acquisti 2023/2024 estiva e invernale, con la sola eccezione di Mazzocchi, unico che al momento pare trovare pieno apprezzamento da Conte. 

Per quanto attiene alla formazione che dovrebbe scendere in campo ci sarà Alex Meret, in porta, con gli occhi puntati su una difesa a tre che dovrebbe essere composta da Di Lorenzo, Rrahamani e Buongiorno. Panchina dunque per Rafa Marin che deve ancora assorbire meccanismi e automatismi del calcio italiano e degli schemi di Conte.  Esterni Mazzocchi e Spinazzola, con Lobotka ed Anguissa in mezzo al campo.
Dietro l'unica punta, Jack Raspadori per l'occasione, in attesa di Lukaku che potrebbe arrivare già nella prossima settimana, opereranno Politano e Kvaratskhelia. Sugli spalti in cinquantamila, che daranno il benvenuto a Conte, e gli diranno anche quanto grandi sono le sue responsabilità: gli basti pensare che chi sedeva sulla sua panchina un anno fa oggi ha ufficializzato che non farà più l'allenatore.