- È morto all'età di 96 anni Lino Jannuzzi, giornalista, politico, protagonista di scoop importanti come quello sul Sifar, il Servizio informazioni forza armate, pubblicato con Eugenio Scalfari nel 1967 sull'Espresso, ma anche di vicende giudiziarie che gli costarono una condanna per diffamazione a mezzo stampa, seguita poi dalla grazie concessa nel 2005 dall'allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Lo si apprende dalla famiglia. Jannuzzi era nato a Grottolella (Avellino) nel 1928. Gli inizi all'Espresso, con l'inchiesta sui servizi segreti militari e sul progetto di colpo di Stato ribattezzato 'piano Solo': la querela del generale De Lorenzo costò ai due giornalisti una condanna, ma entrambi evitarono il carcere grazie all'immunità parlamentare loro offerta dal Partito Socialista Italiano. L'anno dopo, alle politiche del 1968, Jannuzzi fu eletto senatore. Nella sua carriera, ha lavorato per il settimanale Tempo Illustrato, ha diretto Radio Radicale, Il Giornale di Napoli, l'agenzia di stampa Il Velino. Negli ultimi anni ha collaborato con Panorama e Il Giornale.
Alla fine degli anni '90, fu inquisito per alcuni articoli, pubblicati sul Giornale di Napoli, in cui aveva criticato la magistratura napoletana per il caso Tortora. Nel 2001 accettò la candidatura al Senato da parte di Forza Italia: in Parlamento si batté sia per evitare il carcere, sia perché fosse modificata la legge che prevede il carcere per i giornalisti riconosciuti colpevoli di diffamazione. Nel 2002 fu condannato in via definitiva a due anni, cinque mesi e dieci giorni di reclusione per diffamazione a mezzo stampa. Sospesa per due anni l'esecuzione della pena, fu poi costretto alla detenzione domiciliare.
Nel 2005 l'intervento di Ciampi, che firmò la grazia a favore del giornalista. L'anno dopo Jannuzzi fu eletto nuovamente al Senato. Molto critico nei confronti di Giovanni Falcone, autore di sceneggiature di film come Lucky Luciano e Cadaveri eccellenti, Jannuzzi ha scritto anche diversi libri, tra i quali Così parlò Buscetta, Il processo del secolo. Come e perché è stato assolto Andreotti, Lettere di un condannato. Storie esemplari di ingiustizia italiana, Lo Sbirro e lo Stato. Era amico personale di Giuliano Ferrara, che sul sito del Foglio lo definisce "un caso unico": "il movimento dell'intelligenza, lo spirito di avventura intellettuale e morale, il rischio della fantasia, il gusto sciasciano della letteratura come civiltà, stendhaliano nello stile e volterriano nell'ispirazione, hanno prodotto un effetto trascinante di verità e una ribellione così forte contro la stupidità".