Napoli

Un danno erariale da oltre 2 milioni di euro, contestato dalla Procura regionale della Corte dei Conti nell'ambito di un'inchiesta condotta dalla Guardia di finanza di Napoli.

Le indagini – coordinate dai pubblici ministeri Davide Vitale e Flavia Del Grosso - hanno accertato la distrazione di fondi pubblici dall’allora Istituto per l’Ambiente Marino Costiero di Napoli (oggi Istituto di Scienze Marine) del Consiglio Nazionale delle Ricerche, attraverso false prestazioni di consulenza.

In particolare, anche grazie ad una indagine interna del C.N.R. che ha dato luogo ad un procedimento penale pendente in fase dibattimentale, sono stati ricostruiti 46 contratti di consulenza stipulati, tra i 2010 e il 2014, con 13 società di Roma, Milano e Monza, riconducibili allo stesso centro di interessi e in molti casi operanti in settori incompatibili con le consulenze svolte.

Queste ultime, infatti, o erano inesistenti o prive di contenuti concreti (ad esempio, la raccolta di pubblicazioni web e dati già presenti sul sito del C.N.R.), spesso condensate in relazioni di poche pagine e tutte sistematicamente concluse nell’arco di pochi giorni.

In numerosi casi, contratti di consulenza, formalmente diversi ma con le stesse finalità, sono stati affidati a ditte diverse, senza poi ottenere una effettiva controprestazione. Talvolta, la medesima consulenza è stata ripetutamente assegnata, a società sempre riconducibili allo stesso centro di interessi.

I compensi riconosciuti alle ditte coinvolte venivano sempre artificiosamente frazionati in modo da poter procedere, discrezionalmente, all’affidamento diretto.

Per rendere credibile tale procedura, gli indagati - secondo il quadro accusatorio - predisponevano diversi preventivi delle società risultate, a turno, assegnatarie delle consulenze, così simulando lo svolgimento di una gara conclusa con la scelta dell’offerta economicamente più vantaggiosa, ma in realtà chi doveva vincere era già noto.

"I preventivi presentati erano praticamente identici, con prezzi che si differenziavano per poche decine di euro, recanti numeri di protocollo consecutivi, apposti tutti nella stessa data, segno evidente della loro simultanea predisposizione sotto un’unica regia; ed in un, acclarato, sostanziale contesto di artata e orientata ricostruzione del complessivo procedimento di formazione della spesa", come si legge nella nota stampa a corredo dell'indagine.