"Oggi il Vangelo ci parla di Gesù che, dopo il miracolo dei pani e dei pesci, invita le folle, che lo cercano, a riflettere su ciò che è accaduto, per comprenderne il senso. Avevano mangiato quel cibo condiviso e avevano potuto vedere come, pur con poche risorse, grazie alla generosità e al coraggio di un ragazzo, che aveva messo a disposizione degli altri ciò che aveva, tutti si erano sfamati a sazietà Il segno era chiaro: se ciascuno dona altri ciò che ah, con l'aiuto di Dio, anche con poco tutti possono avere qualcosa". Lo ha detto il Papa prima della recita dell'Angelus, affacciato alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano, davanti a fedeli e pellegrini riuniti in piazza San Pietro. 

"Se uno dona agli altri ciò che ha tutti possono avere qualcosa, non va dimenticato". Ma dopo il miracolo del pane e dei pesci "hanno scambiato Gesù per una specie di prestigiatore, e sono tornati a cercarlo, sperando che ripetesse il prodigio come se fosse una magia". Lo ha detto il Papa prima della recita dell'Angelus, affacciato alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano, davanti a fedeli e pellegrini riuniti in piazza San Pietro. Insomma - ha continuato il Santo Padre - «sono stati protagonisti di un'esperienza fondamentale per il loro cammino, ma non ne hanno colto la portata: la loro attenzione si è concentrata solo sui pani e sui pesci, sul cibo materiale, che è finito subito, lasciandoli ancora affamati". E "non si sono accorti che quello era solo uno strumento, attraverso cui il Padre, mentre saziava la loro fama, rivelava loro qualcosa di molto più importante: la via della vita che dura per sempre e il gusto del pane che sazia oltre ogni misura". ". Perché "il vero pane, insomma, era ed è Gesù, il suo figlio amato fatto uomo, venuto a condividere la nostra povertà per guidarci, attraverso di essa, alla gioia della comunione piena con Dio e con i fratelli nel dono"

"Le cose materiali non riempiono la vita: solo l'amore lo può fare. E perché ciò accada la strada da imboccare è quella della carità che non tiene nulla per sé, ma condivide tutto". Lo ha detto Papa Francesco prima dell'Angelus. "Non succede così anche nelle nostre famiglie? Pensiamo a quei genitori che faticano tutta la vita per crescere bene i figli e lasciare loro qualcosa per il futuro. Che bello quando questo messaggio è compreso, ei figli sono grati ea loro volta diventano solidali tra loro come fratelli! E' vero, che triste, invece, quando litigano per l'eredità, ho visto tanti casi, e magari non si parlano, per i soldi, nnon si parlano più per anni! loro lascito più prezioso, non sono i soldi, ma l'amore con cui donano ai figli tutto ciò che hanno, proprio come fa Dio con noi, e così ci insegnano ad amare". Il Santo Padre ha poi detto: "Chiediamoci, allora: io che rapporto ho con le cose materiali? Ne sono schiavo, oppure le uso con libertà, come strumenti per donare e ricevere amore? So dire 'grazie' a Dio e ai fratelli per i doni ricevuti e così condividere con gli altri? Maria, che ha donato a Gesù tutta la sua vita, ci insegni a fare di ogni cosa uno strumento d'amore