A guardare il bilancio delle Olimpiadi di Parigi 2024, viene da chiedersi: ne è valsa la pena? Dieci miliardi – forse anche undici – per un evento che avrebbe dovuto celebrare la grandeur francese, ma che rischia di passare alla storia come l'ennesimo esempio di spreco e inefficienza. Dai ritardi alla pioggia battente che ha rovinato la cerimonia di inaugurazione, passando per la Senna inquinata e i disagi per i residenti parigini, i problemi si sono accumulati senza sosta. E tutto questo per cosa? Per tre settimane di gare, che difficilmente faranno dimenticare gli anni di disorganizzazione e i costi lievitati.
Il progetto di Parigi 2024 era ambizioso, su questo non ci sono dubbi. Pochi impianti nuovi, un dossier interamente votato alla sostenibilità, e un forte legame con il tessuto cittadino, con gare organizzate nei luoghi più iconici della Ville Lumière. E in effetti, la visione era affascinante: schermidori che si affrontano nel Grand Palais, partite di beach volley sotto la Tour Eiffel, il tiro con l'arco con lo sfondo della cupola dorata dell'Hôtel des Invalides. Ma la realtà ha infranto questo sogno. Le scelte suggestive si sono rivelate poco pragmatiche, e la città di Parigi è stata sequestrata da misure di sicurezza imponenti, che hanno reso impossibile l'accesso a intere aree, persino per i residenti.
Sul fronte economico, il bilancio è altrettanto disastroso. Il budget iniziale di 6,2 miliardi di euro è stato ampiamente sforato, come avviene puntualmente in ogni edizione olimpica. Uno studio di Oxford aveva calcolato uno sforamento medio del 179% in tutte le edizioni dal 1960, e Parigi 2024 non fa eccezione. Il conto finale è ancora variabile, ma si stima che il costo complessivo delle Olimpiadi si attesterà intorno ai 10-11 miliardi di euro, di cui tra i 3 e i 5 miliardi a carico dello Stato.
E non è tutto. Ai costi diretti si aggiungono quelli indiretti, legati all'ordine pubblico e alla sicurezza, stimati dalla Fondazione IFRAP in almeno mezzo miliardo di euro, con la possibilità che la cifra salga fino a 800 milioni. E poi c'è il miliardo e mezzo speso dalla Regione Île-de-France per rendere balneabile la Senna, un'impresa titanica, necessaria per la folle idea di far disputare il nuoto in acque libere nei torbidi canali cittadini. L'ennesimo esempio di una spesa spropositata per un obiettivo di dubbia utilità.
Eppure, nonostante tutte le evidenze, il governo francese continua a promettere mirabolanti ricadute economiche. Un report del Centre de Droit et d’Économie du Sport, finanziato dal Comitato Olimpico Internazionale, prevede un ritorno economico tra i 6,7 e gli 11,7 miliardi di euro. Ma questa forbice così ampia dice tutto e niente, e comunque si riferisce a un futuro lontano. La realtà, oggi, è che ci sono tutte le premesse perché Parigi 2024 chiuda con un saldo negativo, confermando la teoria che, almeno per le casse pubbliche, le Olimpiadi è meglio perderle che aggiudicarsele.
E non pensiamo che l’Italia, con le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026, farà meglio. Anche da noi il budget è già esploso, e un'inchiesta per corruzione è già in corso. Ma questo, in fondo, non sorprende più nessuno.